Insultata e picchiata sul bus, ma a dover scendere è lei

E' la storia di una studentessa poco più che ventenne, brasiliana, provocata e poi aggredita da un autista non in servizio e dalla moglie di lui. La ragazza ha sporto denuncia

Viene insultata e poi picchiata da una coppia su un autobus, ma per “mettere a tacere la questione” è lei a dover scendere. E’ questo ciò che è accaduto a Varese a una ragazza brasiliana poco più che ventenne.
La ragazzina, classe 1988, studentessa, cittadina brasiliana ma abitante in Italia da anni, stava viaggiando su un autobus urbano Sila in viale Belforte. Si stava lamentando con un’ amica nicaraguense per il caldo che c’era sul mezzo pubblico quando un uomo, "autista in borghese", con bimbo in braccio e moglie incinta al seguito, si intromette e comincia ad insultarla. Le dice: “Cosa volete un tappeto rosso sugli autobus? Vai al tuo paese, negra di m…e non venite qui a romperci i c…» e altre "gentilezze" simili. La ragazza risponde, la moglie prende le parti del marito e rincara. Alla fine la situazione degenera e i due mettono le mani addosso alla ragazza.
Spiega l’avvocato Marzia Giovannini che assiste la giovane: "La moglie dell’autista non in servizio l’ha graffiata sul collo, l’uomo invece l’ha afferrata per la coda dei capelli, l’ha buttata in terra e ha cominciato a picchiarla. Gli altri passeggeri hanno tentato di difenderla ma gli aggressori hanno intimato a tutti di non intromettersi".
A quel punto alla giovane brasiliana viene detto di scendere, ma lei si rifiuta. L’autista ferma il bus e chiede alla ragazza di andarsene “per ristabilire l’ordine”. La ragazza protesta e si domanda perchè debba scendere solo lei: ma non riceve una risposta ragionevole.
La giovane scende alla fermata successiva ma, non si perde d’animo: si fa raggiungere da sua madre, si fa medicare al pronto soccorso e poi sporge denuncia alla polizia. La prognosi è di 5 giorni e il referto parla di abrasioni al collo e all’avambraccio. A sostegno del racconto della ragazza c’è anche la denuncia raccolta in Questura che parla di lesioni e ingiurie aggravate da motivi razziali. Fin qui la storia raccontata dalla ragazza.
Abbiamo contattato Sila per avere una versione dell’azienda. Mario Passera, amministratore delegato di Sila, spiega: "Venuti a conoscenza dell’accaduto, abbiamo avviato la procedura disciplinare prevista dal nostro Contratto Nazionale. Dalle dichiarazioni raccolte fino a questo momento ci risulta che la ragazza, salita alla fermata all’altezza del supermercato Carrefour, sia scesa volontariamente alla fermata di Bobbiate, una volta giunta alla propria destinazione. Noi per primi vogliamo fare chiarezza su questo episodio, augurandoci di non trovarci costretti dall’accertamento dei fatti a prendere provvedimenti ai sensi di legge nei confronti di due dipendenti dallo stato di servizio fino a questo momento regolare".

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Pubblicato il 23 Luglio 2010
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