Lavoratori in nero, nel mirino la “movida” varesina
Operazione dei carabinieri di Varese: sospesa l'attività di 5 locali; trovati 21 "baristi" senza contratto tra cui una minorenne. Pesanti le sanzioni
Giovani che d’estate lavorano la sera nei bar per "arrotondare". Sono tanti, a volte sono studenti, altre volte sono stranieri e qualche volta sono minorenni. Spesso lavorano in nero. I carabinieri di Varese, nel corso di un"blitz" nei locali della "movida" ne hanno individuati 21, tra i quali una minorenne.
Undici i locali controllati, 5 le attività sospese; sono state elevate sanzioni amministrative per 81.150 euro ed ammende per 41.200 euro, con recupero di contributi evasi per un valore complessivo di 13.500 euro.
L’operazione si è svolta nell’ambito di un’attività mirata ai controlli nei locali maggiormente frequentati dalla “movida” giovanile, finalizzati anche alla lotta all’immigrazione clandestina ed al lavoro nero che rientra nel “Progetto Sicurezza Varese” presentato il 2 dicembre 2008 in occasione della sigla dei “Patti per la Sicurezza”. Un’operazione di "vigilanza integrata" alla quale hanno preso parte Militari del Comando Provinciale di Varese ed Ispettori del Lavoro in forza alla Direzione Provinciale del Lavoro di Varese, insieme ai Militari del Nucleo Carabinieri per la Tutela del Lavoro.
A Luino, due soci titolari di un “disco-club” presso il quale è stata trovata impiegata in qualità di barista una 17enne sono stati deferiti in stato liberta’ alla Procura della Repubblica di Varese per aver fatto lavorare di notte una minorenne, senza, tra le altre cose, averne accertato l’idoneità e senza averle fornito indicazioni sulla sicurezza in ambito professionale. I due dovranno anche rispondere dell’installazione illecita e dell’utilizzo di un impianto audiovisivo senza accordo sindacale o autorizzazione della Direzione Provinciale del lavoro.
Come si diceva sempre nel corso dell’intensa notte di controlli, è stato adottato nei confronti di cinque attività di ristorazione e di intrattenimento di Luino, Cuasso al Monte, Lavena Ponte Tresa e Marchirolo il provvedimento di sospensione dell’attivita’ imprenditoriale per impiego di manodopera “in nero” .
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