Troppi alunni in classe: così si uccide la qualità

Cobas e precari della scuola in piazza Monte Grappa, sabato 18 settembre, per richiamare l'attenzione sul futuro dell'istruzione pubblica

Classi molto numerose mettono a rischio la qualità dell'insegnamentoSi ritroveranno domattina, sabato 18 settembre, in piazza Monte Grappa a Varese per lanciare l’ennesimo monito sul futuro nero della scuola.
Cobas e Comitato Precari volantineranno dalle 10 alle 16  per la difesa della scuola pubblica e contro i tagli della “riforma Gelmini”: « Sui giornali escono solo le voci di protesta dei precari ma la gente ancora non ha capito sino in fondo i grandi rischi che sta correndo quest’istituzione».
Riccardo Loia dei Cobas di Varese sarà in piazza con la speranza che la gente si fermi per capire : « Gli effetti della legge133 cominciano a farsi pesanti – spiega Loia – i continui tagli dei docenti hanno portato ad una concentrazione di alunni per classi. Ci sono scuole con più di 30 studenti stipati in classi non a norma. Situazioni difficili si registrano sia alle superiori sia alle elementari. E come si fa a garantire la qualità? Per non parlare dei disabili, un capitolo su cui si era abbattuta pesantemente la mannaia del Ministero ma su cui si è dovuto fare marcia indietro dopo la sentenza della Corte Costituzionale».
 
Ad anno iniziato, quindi, la protesta non si placa: « L’aumento percentualmente piccolissimo della media di alunni per classe è significativo dei rischi che sta correndo la qualità della scuola. La stessa filosofia che sta alla base dei tagli dei docenti, ha ispirato la riforma Gelmini. Nelle scuole il monte ore si è abbassato così ci sono meno materie e meno docenti. Peccato che la riduzione oraria non sia stata riservata alle sole prime ma abbia coinvolto tutte le classi tranne quelle dell’ultimo anno».
 
Saranno in piazza, quindi, per denunciare “il più grande licenziamento di massa mai visto in Italia: 132.000 posti di lavoro in meno in 3 anni”, ma anche per far presente il disagio dei professori precari, usati in tutti questi anni perché più economici ( « un precario costa allo Stato 8.000 euro in meno all’anno) e ora lasciati a casa senza alcun paracadute. Il problema assume contorni preoccupanti soprattutto in quelle materie dove si registrano molti docenti di ruolo (assunti con contratto a tempo indeterminato) soprannumerari. In questi campi non c’è alcuno spazio per gli altri insegnanti con contratti annuali o spezzoni: « Per poter beneficiare delle misure “salvaprecari” c’è tempo fino a fine mese. Molti stanno verificando se convenga loro: il sistema complicato e comporta scelte rinunce che vanno ponderate attentamente».
 
«I tagli – si legge nel comunicato dei Cobas e dei Precari – però non rappresentano un destino ineluttabile, come ci vorrebbero far credere, bensì il portato di scelte politiche dissennate con le quali si privilegiano spese militari, grandi opere e grandi eventi (su cui è possibile lucrare commesse e mazzette), a scapito dei servizi sociali fondamentali: scuola, sanità, assistenza, previdenza. È ora di dire basta ai tagli agli organici e alle risorse per la scuola. È ora di intraprendere un serio percorso di mobilitazione e di lotta contro:
·        l’impoverimento della scuola pubblica e i finanziamenti alla scuola privata
·        i tagli di posti di lavoro, classi, materie, orario
·        il tentativo di espulsione dei docenti precari dalla scuola
·        le cattedre extra-large oltre le 18 ore
·        la riforma della scuola e l’attuale turn over
·        l’aumento degli alunni/e per classe
·        la cancellazione dei diritti dei diversamente abili

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Cobas e precari della scuola in piazza a Varese 4 di 4
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Pubblicato il 17 Settembre 2010
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