Blitz al concerto, linea dura contro il “circolo con tessera”

La polizia e l'ispettorato del lavoro contestano la formula del circolo privato e chiudono il "Nessun dorma" perché ha tra i suoi scopi l'attività sportiva e non i concerti

Non è un circolo privato ma una locale pubblico mascherato. E’ questa l’accusa che viene rivolta al “Nessun Dorma”, il locale di Valle Olona, in via Merano, sottoposto a un sequestro preventivo, domenica notte, dopo un blitz della questura. Il locale è stato infatti chiuso perché non sarebbero state rispettate le normative sulla gestione dei circoli privati, che prevedono una semplice “dichiarazione di inizio attività” al comune e l’utilizzo aperto solo ai soci con tessera e unicamente per gli scopi sanciti nello statuto. Ecco, secondo la questura, lo statuto dell’associazione che gestisce il “Nessun dorma” riguarda attività sportive, mentre invece sabato sera era in corso un concerto musicale (il rapper Babaman). La seconda contestazione riguarda il fatto che ogni circolo privatio deve tenere un registro dei soci. (In questo caso sono censite 2.500 persone circa; in serata sono state tesserate per la prima volta 266 persone, su circa 350 presenti, presumibilmente grazie al richiamo esercitato dal concerto di Babaman).
I nuovi soci non sono stati visionanti dal comitato dei garanti, come prescrive la normativa, ma sono stati accettati seduta stante; nel libro soci non vi erano date e, tra l’altro, non vi era traccia delle assemblee dell’associazione.
«Da qui il sospetto – ha spiegato il vicedirigente della polizia amministrativa Paola Ferro – che invece di esser un circolo privato aperto ai soli soci, sia in realtà un esercizio pubblico che usa come paravento quello dell’associazione privata, come dimostrano anche le informazioni sui concerti diffuse su internet». Come dire, una realtà comune forse a tanti locali: «E infatti ne abbiamo già sanzionati molti – spiega Vincenzo Nappa dell’ispettorato del lavoro – e li abbiamo costretti ad assumere le persone che lavoravano in nero in quei locali».
Sarà adesso il giudice del tribunale di Varese a decidere se convalidare o meno il provvedimento, e cioè se siano sufficienti questi elementi per dire che, quella notte, in quel luogo, si stava esercitando un’attività di locale pubblico e non una festa privata tra soci.
Diverso, invece, il discorso per le violazioni delle normative sul lavoro. L’Ispettorato del lavoro e la polizia hanno sequestrato, alle 3 di notte – dopo il concerto del rapper Babaman che non è stato comunque bloccato per non ingenerare tensioni – 4.215 euro di incasso, di cui 3.150 euro ricavati dai biglietti delle serata (costava 10 euro a testa), e 1.065 euro ricavati dal bar. Erano presenti 7 lavoratori totalmente in nero. L’associazione, per riaprire, dovrà da una parte dimostrare davanti al giudice di essere davvero un circolo privati con soci tesserati, dall’altro pagare 1500 euro di multa per ogni lavoratore in nero e versare loro i contributi pregressi di Inps e Inail. 
Il locale è stato ispezionato anche dai vigili del fuoco e dalla polizia locale che lo ritengono non sicuro.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Ottobre 2010
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