Da Furia a Schiaparelli: una serata speciale a Ville Ponti

L’appuntamento è per venerdì 19 novembre, alle 21. Sarà l’occasione per commemorare Salvatore Furia e per raccontare la storia del famoso astronomo

Sarà l’occasione per commemorare Salvatore Furia, grande scienziato e ancor più importante divulgatore scientifico. Un ruolo che, tra le tante situazioni e circostanze, ha svolto anche all’interno del Comitato scientifico di Lombardia NordOvest, prestigiosa pubblicazione della Camera di Commercio. E proprio l’ente di piazza Monte Grappa, attraverso la sua rivista, ha organizzato congiuntamente alla Cittadella di Scienze della Natura di Campo dei Fiori l’appuntamento di venerdì 19 novembre alla Sala Napoleonica del Centro Congressi Ville Ponti.
Con inizio alle ore 21, la figura del padre dell’Osservatorio Astronomico sarà ricordata da Mauro Temperelli, segretario generale della Camera di Commercio nonché direttore di Lombardia NordOvest, e da Luca Molinari, docente di Fisica all’Università Statale di Milano e designato successore dello stesso professor Furia al vertice della gloriosa struttura scientifica varesina da lui fondata. La serata, a ingresso gratuito e con la possibilità per i partecipanti di un osservazione guidata delle stelle, proseguirà con un’interessante relazione di Paolo Battaini su “Schiaparelli e Marte: dai disegni di fine ‘800 alle moderne immagini 3D della superficie”.
Nei giorni in cui nasceva l’Italia unita, il direttore dell’Osservatorio di Brera a Milano Giovanni Virginio
Schiaparelli tracciava la strada che avrebbe percorso l’astronomia moderna: il cielo stellato diventava un luogo sede di altri mondi e non più solo di punti luminosi. Grazie a uno dei più grandi astronomi italiani, finalmente qualcuno proponeva un metodo per rispondere all’antica domanda circa l’esistenza di altre intelligenze sperdute nell’infinito. Schiaparelli, meravigliato di fronte all’infinito ed all’eterno, fu un grande uomo di cultura, intesa nel senso più completo di umanistica e scientifica.
Nel centenario della sua morte, la serata di venerdì 19 novembre ripercorrerà le vie del pensiero di Schiaparelli, che spaziarono in tanti campi delle scienze. Astronomo e geofisico, fu uno dei primi meteorologi dell’Italia unita. Impostò le basi per redigere la carta geografica italiana come oggi la conosciamo. Famoso per aver spiegato l’origine delle stelle cadenti e catalogato migliaia di sistemi stellari multipli, fu il primo ad osservare Marte e i pianeti con criteri moderni. Noto in tutto il mondo, fu una gloria per l’Italia intera, ricevendo onori dalle più grandi accademie e istituzioni scientifiche del globo. Dalle sue osservazioni di Marte il relatore Paolo Battaini partirà per conoscere questo pianeta come oggi ce lo presentano le sonde interplanetarie, fino a scendere sulla sua superficie rossastra e vederla in tre dimensioni anche nei dettagli più minuti. Le regioni di Marte portano ancora i nomi mitici e pieni di mistero che Schiaparelli dette loro. Questa nomenclatura è una testimonianza della cultura classica di Schiaparelli, perfetto conoscitore del greco e del latino, studioso delle antiche lingue orientali come il sanscrito, decifratore di antichi manoscritti o incisioni a soggetto astronomico la cui origine si perde nella notte dei tempi, storico insuperato della storia di questa scienza, madre di tutte le altre.
Le domande di Schiaparelli sulla possibilità di vita sul pianeta Marte sono ancora le nostre. E ancora si va cercando se l’acqua che lui ipotizzava sia effettivamente presente sul pianeta rosso. Durante la serata alle Ville Ponti si ascolteranno direttamente le parole del grande astronomo rileggendone alcuni brani che sembrano di una attualità sconcertante. Nato a Savigliano in provincia di Cuneo e milanese
di adozione, Schiaparelli ebbe legami con la provincia di Varese, dove curò la definizione della base
trigonometrica di Gallarate e la raccolta e stampa del catalogo di stelle doppie frutto delle misure del barone Ercole Dembowski, il cui osservatorio era nei pressi di Gallarate.
La Società Astronomica varesina porta il suo nome grazie alla volontà del professor Furia, che sempre ne ammirò l’opera e, in particolare, la profondità del pensiero umanistico.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Novembre 2010
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