In migliaia a Masnago per le veggenti di Medjugorje

"Bisogna pregare per chi non ha la fede, ce lo chiede la Madonna" dicono Mirijana e Marija, che dal 1981 hanno visioni della Vergine. "Bisogna amare, non giudicare"

Una folla di credenti ha riempito nel pomeriggio di domenica il PalaWhirlpool di Masnago per l’incontro con le veggenti di Medjugorje Mirijana Dragicevic (a fianco) e Marija Pavlovic 8foto in basso). Un messaggio semplice quello che portano, sempre il medesimo: preghiera e digiuno, la prima ogni giorno, il secondo due giorni la settimana. Così ha voluto la bianca Signora che dal 24 giugno del 1981 incontrano, in visioni mistiche, recapitando all’umanità i suoi messaggi . Una bianca Signora che era "attesa", anche oggi, a Varese. Come da duemila anni, ovunque ci sia un cristiano.
Una duplice testimonianza, quella delle "veggenti", che riporta alle radici del fenomeno religioso che da un trentennio si irradia da un paesino dell’Erzegovina a tutto il mondo. Il pellegrinaggio a Medjugorje è ormai un must, per chi vuole trovare la fede, guardarsi dentro, cercare una speranza. «Vengono persino i protestanti», dice Mirijana, «ma da noi si sono visti anche personaggi di Hollywood: anche loro in ginocchio sui sassi, anche loro con le lacrime agli occhi». Tutto cominciò ventinove anni fa, nel giorno di San Giovanni, quando la Vergine si manifestò a Mirijana, allora sedicenne, e un’altra ragazzina, Ivanka Ivankovic. Figlie di un piccolo paese nella Jugoslavia allora comunista, ma cresciute nella fede cattolica dai genitori: con discrezione, giusto la messa della domenica, racconta Mirijana, perchè il regime non gradiva. Ma tanto da saper riconoscere quella Signora dall’abito grigio con un bimbo in braccio, comparsa lì, sulla collina dove nessuno andava. Fu Ivanka a vederla, la risposta di Mirijana lì per lì non fu di quelle memorabili: «Certo, non ha di meglio da fare che venire qui per noi…» Poi "vide" anche lei, «e provai tutte le emozioni insieme, non sapevo se fuggire o restare». In capo a ventiquattr’ore «mezzo paese era lì». La polizia non tardò a farsi vedere, ma contro le apparizioni che continuavano c’era poco da fare: non si fermava la fede con poliziotti e cani. La fama si sparse e presto il borgo divenne ben presto celebre in tutto il mondo cattolico. E non solo. Si narra di prodigi: guarigioni, la scritta "Mir" (pace) apparsa in cielo. «Sono venuta a Medjugorje perchè vi ho trovato pace»: così Mirjana riferisce la risposta della Signora alla (legittima) domanda. Un mese prima dell’inizio delle apparizioni un turco le cui motivazioni non sono mai state chiarite aveva sparato al Papa Giovanni Paolo II, polacco e dunque anch’egli slavo; e di lì a dieci anni la Bosnia sarebbe stato il teatro di uno dei più tragici massacri della storia recente. Mai apparizione fu più appropriata e tempista nell’invocare la pace – e un cambiamento.

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L’apparizione della Madonna 4 di 18

Si parla spesso dei segreti di Medjugorje, e cio che la Vergine iniziò a Fatima nel 1917, lì dovrà compierlo, riferisce la veggente. Ma non sono i segreti a cambiare le cose: «la volontà di Dio non si può cambiare, la chiave è la preghiera». Che va rivolta prima di tutto a beneficio di chi la fede non ce l’ha. «La Madonna non parla di "non credenti": parla di "quelli che non hanno ancora conosciuto l’amore di Dio". Sono suoi figli, gli occhi della Madonna sono pieni di lacrime al pensiero di ciò che li attende». Dalla mancanza di fede vengono molti mali, avvertiva dal palco Mirjiana, «guerre, suicidi, aborti, separazioni». Nondimeno, «ci si chiede non tanto di predicare, quanto di pregare. Questo è il tempo delle decisioni, su di noi grava una forte responsabilità. Bisogna sentire chi non crede come fratello e sorella: amare, non giudicare».
«Io alla Madonna non ho mai chiesto "perchè?", se dice qualcosa è per il mio bene» dirà poi ai giornalisti. I quali, invece, i perchè li chiederebbero eccome, e tanti. «È perchè siete italiani» dice con un sorriso disarmante; ma queste sono distinzioni terrene, che nelle regolari comunicazioni "dall’alto" non hanno alcun peso. Nel suo intervento, affiancata da Gigi Leva, responsabile del gruppo Amici di Medjugorje e organizzatore-capo di questo grande raduno, Mirijana ha fatto riferimento più volte anche ai sacerdoti, ribadendo che la Vergine ha sempre attribuito a loro, alla Chiesa e ai riti un’enorme importanza. «Quando si perde il rispetto per i preti, lo si perde per la Chiesa, e con il tempo, per Suo Figlio. Bisogna pregare per i sacerdoti, poi Dio giudicherà il loro operato».

Sull’aborto, aborrito dai cattolici in quanto male morale assoluto, Mirijana rassicura e appoggia la nuova dottrina in materia: «Ho chiesto alla Madonna cosa ne è di questi piccoli senza colpa, e lei mi diceva: non sono nel Limbo, sono con me». La testimonianza di Marija, che vive a Monza, è ancora più militante e radicale su questi punti. «La Vergine ci chiama tutti alla santità» ricordava, tra un esempio e l’altro di conversioni e guarigioni miracolose. «La vita terrena è come un fiore, oggi c’è, domani no. Si allunga fino a cent’anni, ma se non crediamo in quella eterna, tutto è vano». La cultura del tempo è quella della morte, denuncia Marija:  «Stiamo creando un mondo peggiore. Quanti aborti perchè diciamo no alla vita. Trovatemi un politico che sia a favore della vita e contro l’aborto, facciamo una legge giusta, una legge di Dio. Non voglio essere fondamentalista ma…» Ed ecco anche l’"eutanasia": il Belgio è imputato «perchè lì un anziano malato di appendicite deve morire in casa, è vecchio, non produce»; e sepperquesto «Eluana sorrideva quando le suore la accudivano». Due casi completamente diversi, va da sè. «È come dire a qualcuno: sei da ammazzare. Anche nella nostra cultura ci sono degli Hitler». La questione è religiosa e politica, mentre si invita all’accettazione dello straniero non si esita a caldeggiare la conversione dei musulmani, citando Magdi Cristiano Allam ad esempio. «A Medjugorje è cominciata la rivoluzione; ma non quella dei comunisti, quella di Dio». Perfino Wikileaks entra in gioco: «sputtana tutto e tutti, non c’è più limite». Uno c’è: su Dio, nemmeno il Dipartimento di Stato americano è ancora riuscito a dire qualcosa di male.

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Pubblicato il 05 Dicembre 2010
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