Disegni e colori per i “bambini del carcere”

La programmazione pedagogica della casa circondariale, in collaborazione con l’associazione Uisp Varese, ha realizzato due murales nella sala colloqui e nella sala d’aspetto del carcere

“Il grado di civilizzazione di una società si misura dalle sue prigioni”, scriveva Dostoevskij. E diciamo pure che se il metro di giudizio deve essere quello, prendendo ad esempio il Miogni, la casa circondariale di Varese, vecchia sovraffollata e decadente, non ne usciamo troppo bene.
A dimostrazione del contrario, però, ci sono i numerosi progetti che la direzione carceraria porta avanti con le realtà del territorio. Dalle scuole, alle associazioni sono nati molti progetti che permettono ai detenuti di incontrare durante la loro pena un poco di umanità. «Perché la pena carceraria non deve essere nulla di più che la privazione della libertà di uscire – spiega il direttore del carcere Gianfranco Mongelli – per il resto il detenuto ha diritto ad un trattamento umano come chiunque altro».
E proprio con questo principio la programmazione pedagogica della casa circondariale, in collaborazione con l’associazione Uisp Varese, ha realizzato due murales nella sala colloqui e nella sala d’aspetto del carcere.
Un progetto coordinato dalla responsabile di Uisp Alessandra Pessina e dall’educatore del carcere Domenico Grieco, realizzato da 3 detenuti, un italiano, un senegalese e un marocchino, con la supervisione dell’istruttore Simone Zulli. Insieme la “squadra creativa” ha ricoperto le pareti delle due stanze di colori e disegni così da renderle un luogo adatto a ricevere la visita dei famigliari dei detenuti e sopratutto dei loro bambini.
«I colloqui familiari sono l’unico momento per i detenuti di manifestare la loro emotività – spiegano gli organizzatori dell’iniziativa – ed in particolare i colloqui con i figli rappresentano un momento speciale e unico che va assolutamente tutelato sia nell’interessa della persona detenuta sia di quello dei bambini che ha il diritto di mantenere un rapporto con i propri genitori».
E venerdì 17 dicembre, sempre con la collaborazione di Uisp, ai detenuti e alle loro famiglie verrà regalata una “festa di Natale”, proprio come quella che non potranno festeggiare nelle proprie case il 25 dicembre. Genitori e bambini vivranno una giornata insieme agli animatori del Uisp per festeggiare il Natale e forse, per qualche ora, dimenticare le sbarre della propria prigione, un luogo che nonostante queste iniziative rimane inadatto a svolgere il compito rieducativo che gli conferisce la costituzione. All’interno del carcere di Varese sono rinchiusi mediamente 130 persone ogni giorno, contro la capienza regolamentare che dovrebbe essere di 53 posti e una capienza massima tollerabile di 99.

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Pubblicato il 16 Dicembre 2010
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