“Non chiamatelo barbone, Mario non lo meritava”

Il ricordo di chi ogni giorno incontrava Mario Antonio Napolitano, il senzatetto morto di freddo nel centro storico

mario napolitano"Lo incontravo ogni giorno, era una persona così dignitosa, così rispettosa, poverino, avrebbe meritato di essere aiutato, non di morire così, solo, in una notte gelata". "No, povero Mario… ma perché non ha chiesto aiuto a qualcuno?". "Non chiamatelo barbone, Mario non lo meritava".
Affetto, rispetto, sincero dispiacere: al cronista che si aspetta indifferenza e fastidio, rispondono così baristi e commercianti del centro di Varese che Mario Antonio Napolitano lo conoscevano bene.
Lo incontravano ogni giorno, alla mattina presto, quando dopo aver rassettato il suo giaciglio sotto i portici della Banca Popolare di Bergamo, faceva colazione e poi partiva in bici, per i suoi giri in città, alla ricerca di oggetti che i suoi concittadini più ricchi e fortunati gettavano, e che per lui diventavano preziosa merce di scambio con cui ricambiare un dono, un caffè offerto, una giacca smessa.
Sì, perché Mario non chiedeva la carità. Chiedeva aiuto, quando ne aveva bisogno, ma se poteva pagava e se non aveva soldi in qualche modo ricambiava sempre.mario napolitano
"Era un uomo ordinato, pulito, pieno di rispetto, per sè e per gli altri – racconta Francesco, titolare del Bar Mezzera, proprio di fronte a quel portico gelato che Mario aveva scelto come "casa" per le sue notti passate all’addiaccio – Al mattino, prima di andarsene, metteva tutto in ordine e spesso veniva da noi a prendere scopa e paletta per lasciare tutto pulito".
Ed è toccato proprio a Francesco trovare il corpo senza vita di Mario, questa mattina all’alba: "Era presto, forse le otto – racconta – ho visto una signora ferma davanti al posto dove Mario dormiva di solito, sono andato a vedere e lui era lì, immobile e gelato. Abbiamo chiamato subito il 118, ma non c’era più niente da fare".
Quattro cartoni e un vecchio sacco a pelo non hanno potuto fermare il freddo di queste notti gelide: "Lui non voleva andare al dormitorio, diceva che gli rubavano tutto", dice ancora Francesco, che come suor Maddalena gli aveva consigliato di andare al centro di accoglienza della Brunella, almeno fino a che il freddo non fosse passato. Non si fidava, Mario. Meglio il freddo e quell’angolino di piazza Battistero, relativamente riparato dagli sguardi indiscreti ma sotto il controllo vigile delle telecamere della banca, che lo facevano sentire un po’ più sicuro. Ma le telecamere non fermano il freddo e per Mario la vita è finita così, sotto le stelle e le luminarie di Natale, in una città addormentata.

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Senzatetto muore per il freddo 4 di 8
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Pubblicato il 19 Dicembre 2010
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