Espropri, dietro ogni raccomandata c’è una storia

In questi mesi ne abbiamo raccontate alcune tra le più significative. Sono le storie di chi si è accorto che c'è un prezzo da pagare al progresso e ai miglioramenti che porterà la nuova autostrada

Il cammino di Pedemontana si interseca con le storie degli espropriati. Sono migliaia quelli che in questi giorni riceveranno le raccomandate come migliaia sarebbero le storie da raccontare. Di queste alcune, più di altre, si sono erette a simbolo di un territorio che comincia, dopo tanti anni di tacito assenso al consumo dell’ambiente, a sentire che la terra sta finendo.

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Pedemontana si fa strada a Lozza 4 di 5

Tra queste c’è la storia di Elisabetta Alippio di Fagnano Olona che ha ricevuto in regalo dalla madre un terreno sul quale ha prosperato fino ad oggi un noceto biologico, l’unico della provincia di Varese. Per Elisabetta è stata una scommessa contro tutti quella di far crescere degli alberi di noce ma ce l’ha fatta: le noci crescono talmente bene che le usa per produrre un nocino molto apprezzato. Ora Pedemontana gli ha espropriato un pezzetto dei tre mila metri quadri di terreno ma poi c’è la fascia di rispetto che non prevede piante ad alto fusto, quindi via altri alberi e infine rimane una porzione di bosco che, però, resta troppo vicino all’autostrada abbassando la qualità delle noci che cresceranno.

In tema di alberi ha tenuto banco per l’intera estate del 2010 la storia di Nonna Quercia, la pianta secolare nei grandi terreni agricoli di Gorla Minore. Carla Castellanza, del Cipta, ne ha fatto il simbolo della sua battaglia contro Pedemontana. Il grande fervore suscitato dalla sua protesta ha contagiato anche altri gorlesi che, insieme a lei e ad alcuni bambini delle scuole elementari, hanno fondato un comitato in difesa della pianta secolare. In difesa della quercia è intervenuto anche l’assessore regionale alle infrastrutture Raffaele Cattaneo e lo stesso amministratore delegato Salvatore Lombardo aveva fatto cambiare il progetto per salvarla.

A Lozza, invece, c’è un ristoratore che non si arrende anche se, ormai, il suo locale è immerso in un budello di strade che lo circondano. E’ il proprietario del Ristorante al Ponte, una storica locanda, che vedrà sparire un pezzo del suo parcheggio e anche della balera per far spazio ad un viadotto. Anche qui, a luglio scorso, l’a.d. Di Pedemontana e l’assessore Cattaneo sono intervenuti personalmente (foto a sin.) per trovare una soluzione alle richieste del ristoratore.

Sul confine tra Lozza e Castiglione Olona c’è anche la storia di Francesco Brumana, coltivatore al quale Pedemontana ha occupato un terzo dei terreni per allestire uno dei due campi base per gli operai. Brumana per cinque anni non potrà coltivare quei terreni e, secondo il parere di un agronomo, ce ne vorranno altri per far tornare il terreno sbancato, coltivabile. Il pericolo è che l’intera azienda non regga questi anni senza poter coltivare quei terreni.

A molte di queste problematiche Pedemontana sta dando risposta con queste raccomandate che sono state inviate, mentre il grande cantiere avanza a passo spedito perchè sia tutto pronto per l’Expo 2015.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Gennaio 2011
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Pedemontana si fa strada a Lozza 4 di 5

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