Più di mille in piazza per dire a Berlusconi: “Dimettiti!”
Manifestazione in piazza Monte Grappa: donne, uomini, giovani e anziani, bambini, tutti uniti in difesa della dignità delle donne
Mille/millecinquecento persone in piazza per dire basta. Basta alla mercificazione del corpo femminile, basta allo svilimento della dignità della donna, basta alla politica del bunga-bunga. Nonostante una leggera pioggia e un freddo che non si faceva sentire da giorni, in piazza Monte Grappa a Varese, come in altre cento piazze in Italia, si sono ritrovate donne, uomini e famiglie riunite dal motto “Se non ora quando…”. In piazza tanti cartelli, striscioni, fazzoletti e sciarpe bianche. Nessuna bandiera di partito, anche se alcuni partiti hanno aderito in forma ufficiale: la manifestazione era dedicata alle donne e le donne sono state protagoniste. Sono stati letti messaggi di sindacaliste, insegnanti., politiche e “semplici” cittadine, unite dalla richiesta di dimissioni ad un presidente del consiglio che non le rappresenta più. Una piazza colorata, piena e viva. Non solo riempita dalle “solite” facce, ma fatta anche da persone che non si univano alla protesta da tempo: «La misura è colma, indignarsi è il minimo che possiamo fare e lo vogliamo dire con forza», ci dicono in tante. Qualcuna si è portata figli piccolissimi, coperti in fasce e marsupi. Altre hanno scelto di lasciare a casa i mariti a badare ai bambini, decise a metterci la faccia in prima persona, senza fare sconti. Altre ancora hanno deciso di raddoppiare: la mattina a Varese, oggi pomeriggio a Milano. Messaggi forti, ironici e duri nei confronti del presidente del consiglio Silvio Berlusconi. La musica di Fiorella Mannoia ha dato il là alla manifestazione, via via piazza Monte Grappa si è riempita: prima 500, poi 700, fino a più di mille, forse mille e cinquecento persone. Il tempo, il clima, il disincanto per la protesta di piazza poteva far pensare a numeri inferiori, invece anche le donne e gli uomini di Varese hanno dimostrato con forza e partecipazione che ci sono anche loro, che sono «stanchi di questa politica che non pensa ad altro se non alle “prodezze” sessuali del premier». A fare da cornice il coro innalzato più volte, prima un po’ timidamente, poi con sempre maggior forza: «Dimettiti!».
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