“Desirée è con noi, nella bara c’è solo il suo abito”
Chiesa stracolma per i funerali di Desirée Ciapanna, morta di meningite fulminante a Grenoble. E due magliette, una della Cimberio e una del Varese, per accompagnare la bara
E’ una chiesa grande, quella parrocchiale di Gazzada.
Eppure è stata in grado a malapena di contenere tutte le persone che si sono raccolte intorno ai genitori e al fratello di Desirée Ciapanna, morta di meningite fulminante agli inizi di febbraio a Grenoble, dove era in Erasmus. A darle l’ultimo saluto tutte le microcomunità che l’amatissima ragazza e la sua famiglia hanno toccato: da quella parrocchiale di Gazzada alla nuova comunità di Sant’Ambrogio a Varese, dove si erano trasferiti da un paio d’anni. Dai compagni di scuola del Keynes, che aveva frequentato non solo con profitto (aveva concluso gli studi di ragioneria con uno splendido 100 e lode), ai compagni dell’Università che frequentava. E tra loro sicuramente c’erano anche i suoi amici, tifosi come lei: ad accompagnarla nella sua ultima casa una maglietta della Cimberio- firmata da tutti i giocatori – e una del Varese 1910. A testimoniare l’attaccamento e l’affetto delle centinaia di persone intervenute, anche il libro delle firme, pieno di messaggi per "Desi".
«Abbiamo già pregato diversi morti dall’inizio dell’anno, in questa comunità parrocchiale. Potevamo esserne ormai abituati, ma non è così. Tutti siamo rimasti scossi dalla morte di Desirée, tutti noi abbiamo rimproverato prima o dopo Gesù per questa morte – ha esordito il parroco di Gazzada, don Angelo Fontana, che ha concelebrato la messa con colui che è stato parroco di Gazzada fino a poco tempo fa, don Giuseppe Ornaghi, con il parroco di Sant’Ambrogio, don Giorgio Spada e altri tre preti -. Davanti a noi sta solo un cadavere, davanti a noi sta il vestito che ha indossato il corpo e nulla più. Un abito che ha saputo dare gioia a chi le stava intorno ed è stato sfigurato dalla morte. Ora invece Desirée è nella vostra testa e nel vostro cuore. Lei vive in noi. E fa la volontà di Dio, che spesso è molto diversa da quella che noi ci immaginiamo».
Una concetto difficile da accettare da molti dei presenti, ma non dalla famiglia di Desirée: «Essere qui in tanti è un grande abbraccio per i suoi cari. E pregare in tanti è un piccolo ma prezioso sostegno», ha concluso il parroco. Ma più delle sue parole hanno detto i volti di mamma Lorella, papà Ezio e del fratello Samuele. I loro sorrisi per i parenti, per gli amici attoniti, per chi aveva perso da poco a sua volta il padre, o un parente sono stati diuna serenità sovrumana. Il loro dolore era nulla di fronte alla gioia e alla pazienza di salutare tutti. Forse, davvero, il sorriso di Desirée era già diventato parte di loro, aldilà del dolore. E a Morosolo, il cimitero del paese dei nonni materni, ci andrà davvero solo il suo abito.
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