Napolitano, visita storica: “Varese città civilissima”

Entusiasmo nelle strade per il capo dello stato, qualche contestazione ai leghisti da un gruppetto in via Sacco. Il presidente parla della necessità di concludere la riforma federalista e fa felice il sindaco Fontana con i complimenti alla città

Una folla che applaude, sventola il tricolore e canta l’inno nazionale. Al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano è piaciuta molto la nostra Varese, città che all’Università dell’Insubria ha definito «civilissima e leggiadra». E che ha ringraziato «per il calore dell’accoglienza». E’ stata una giornata intesa per la città. Iniziata alle 11 e 35, quando mille persone piene di tricolori sono esplose in un applauso di gioia all’arrivo del corteo del Capo dello stato. Napolitano è sceso a salutare la folla, mentre nei palazzi di via Sacco sventolavano le bandiere e tanta gente cantava l’inno di Mameli. Il colpo d’occhio colpiva ed emozionava.
Il presidente della repubblica è la più forte autorità politica e morale del paese e i consiglieri comunali erano persino commossi nell’incontro nella sala matrimoni. Napolitano ha visitato la mostra sui cimeli del risorgimento, che vede anche alcuni pezzi portati dal segretario comunale Filippo Ciminelli, collezionista di testimonianze borboniche. All’interno del palazzo il sindaco Fontana ha parlato per qualche minuto sottolineando il valore degli enti locali e anche le difficoltà in cui si dibattono. C’è stato anche siparietto curioso: il consigliere del Pdci Pippo Pitarresi si è avvicinato al capo dello stato dicendogli che era comunista. «Ma ancora?» lo ha rimbrottato con ironia il responsabile del quirinale

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Napolitano ha ascoltato i canti dei bambini delle scuole e ha chiacchierato con il sindaco Fontana del parco. «E’ rimasto colpito dalla somiglianza con quello di Vienna – spiega il primo cittadino – e mi ha detto che era colpito dalla bellezza dei giardini».
All’esterno di Palazzo Estense, un gruppo di contestatori, piccolo ma agguerrito, se l’è presa con il sindaco Fontana e i leghisti (c’erano la vicepresidente del senato Rosi Mauro, il presidente del consiglio regionale Davide Boni). Qualche fischio anche a Rocco Buttiglione (che rappresentava la camera dei deputati) ma il politico dell’Udc li ha incontrati e rabboniti.
Il sindaco ha però liquidato le contestazioni con poche parole: «Erano pochi sciocchi eterodiretti, li ha mandati qualcuno».
Il pranzo in Prefettura è stato invece molto più intimo: una ventina di invitati, sotto la direzione del prefetto Simonetta Vaccari, menù di un ristorante di Mustonate, e addobbi floreali sobri in bianco, verde e rosa. Una sosta importante anche per far riposare il presidente, che ha 86 anni e viene da una 5 giorni a Torino, Milano e Varese.
All’università dell’Insubria il capo dello stato ha pronunciato un discorso, a braccio, davvero incisivo, citando Carlo Cattaneo, i costituenti, la riforma dello stato, il futuro federalista, il valore delle autonomie. Lo ha accolto il rettore Renzo Dionigi che ha citato il problema dei fondi: «Solo un tempestivo e congruo finanziamento può consentire di rafforzare la presenza degli atenei pubblici nel tessuto civile» ha detto. Il presidente si è poi molto divertito nell’ascoltare la relazione del professor Antonio Maria Orecchia, docente di storia contemporanea del’Insubria, che ha raccontato tratti del risorgimento a Varese.
All’incontro c’era anche il ministro dell’Interno Roberto Maroni. 
Napolitano ha sottolineato che la nascita del Paese è stata necessariamente, date le condizioni del tempo, segnata da un forte centralismo. «Non è stata la storia di un idillio, ma anche di scelte difficili e contraddittore – ha sottolineato – e oggi quelle debolezze e insufficienze nello stato abbiamo il dovere di correggerle». Il presidente è stato molto deciso nell’esortare il parlamento a compiere una valorizzazione delle autonomie federali coerente e ben fatta, nel quadro di un federalismo solidale, così come ha detto di tenere molto alla correzione del bicameralismo perfetto. Ha appena sfiorato le scelte difficili sulla situazione in Libia, e plaudito alla risposta organizzata dal ministro Maroni sull’emergenza profughi: «Apprezzo il suo lavoro, è l’unica cosa che si può fare».
Alla Camera di commercio l’incontro con le forze economiche è stato altrettanto pregnante. Napolitano ha risposto a tutte le osservazioni e alle domande dei presenti: mai banale, sempre puntuale, fino all’uscita finale tra la gente che lo attendeva in piazza monte Grappa dalle 16 e che lo ha accompagnato fino al saluto finale alle 18 e 20.
A fine giornata il sindaco Attilio Fontana è felice: «E’ stato davvero molto bello – racconta – il presidente è una persona straordinaria, lucida, e di grandissima cultura. Era venuto in città quando vi abitava ancora Guttuso e si ricordava della villa del maestro. Di Varese ha detto che il fatto che sia vicina alla Svizzera non vuol dire che debba essere fredda». 

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Pubblicato il 21 Marzo 2011
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