La Provincia dice no alla cava dei Trescali
Il consiglio provinciale ha votato all'unanimità la richiesta di stralcio dal piano cave, per chiedere alla Regione di non riaprire l'impianto nella Valle della Bevera. "Vince la democrazia"
Un grande applauso ha salutato il voto in Provincia contro la cava Italinerti: l’assemblea di Villa Recalcati ha votato all’unanimità per chiedere alla Regione lo stralcio dell’impianto di estrazione. Sarà il Pirellone, in ogni caso, ad avere l’ultima parola sulla riapertura della cava, che secondo l’ampio comitato rappresenta una minaccia per l’ecosistema locale e per l’acqua della Valle della Bevera. «A Cantello hanno messo insieme gli animalisti e i cacciatori: un miracolo di democrazia», ha detto entusiasta Marco Pinti della Lega Nord, subito dopo il voto che ha superato i confini tra centrosinistra e centrodestra, mettendo tutti d’accordo. Il merito di messo insieme tutti è in effetti soprattutto del Comitato nato a Cantello, che ha tenuto alta l’attenzione e ha saputo porre la questione senza steccati ideologici (nella foto, gli amminsitratori del Comune di Cantello).
Tecnicamente, la Provincia non ha competenza diretta sul settore estrattivo, che appartiene alla Regione. Ma può dare un parere, che diventa significativo dal punto di vista politico, anche se non vincolante: questo era l’impegno che Villa Recalcati si era assunta votando una specifica mozione proposta dal Pd. «La Regione – ha spiegato l’assessore all’ambiente Luca Marsico – ci ha invitato a formalizzare la nostra richiesta di stralcio in opportuno atto amministrativo. Abbiamo dunque avviato il procedimento di revisione del Piano Cave con stralcio della cava Italinerti». Ora si è votata l’adozione, mentre il passaggio sarà completato con la successiva approvazione: «si tratta del procedimento di maggiore cogenza amministrativa» ha spiegato ancora Marsico. «Credo e spero che la Regione si dimostri sensibile, tanto quanto sensibile si è dimostrata questa amministrazione». Alle parole dell’assessore del PdL si sono uniti anche i rappresentanti delle altre forze politiche. Mario Aspesi ha ricordato che «non è finita qui»: «ognuno deve fare la sua parte». Anche il capogruppo leghista Stefano Gualandris ha salutato con piacere la «battaglia unitaria» che si è riusciti a condurre.
Resta da completare il lavoro: non solo con l’approvazione dello stralcio della cava, ma anche assicurandosi che a Milano il parere e la richiesta del territorio siano accolti. Ma intanto le numerose persone del Comitato presenti in sala hanno potuto esultare: una prima battaglia è stata vinta.
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