I sindacati lanciano l’allarme: “Coi tagli si uccide la scuola primaria”
Flc Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola e Snals Confsal denunciano: "Nella scuola primaria spariranno 15 classi (da 1859 a 1844) e 118 posti di lavoro, mentre gli alunni saranno 94 in più"
I sindacati della scuola lanciano un grido d’allarme in vista del prossimo anno scolastico. Cgil, Cisl, Uil e Snals, al termine del primo incontro di informativa sugli organici della scuola primaria per l’anno scolastico 2011/2012, denunciano la situazione che si verrà a creare dal prossimo settembre, quando nella scuola primaria spariranno 15 classi (da 1859 a 1844) e 118 posti di lavoro, mentre gli alunni saranno 94 in più: «I tagli lineari dei ministri Gelmini-Tremonti, devastano il sistema scolastico italiano distruggendo il gioiello di famiglia rappresentato dalla scuola primaria, promossa a pieni voti da tutte le indagini internazionali sui risultati di apprendimento degli alunni – si legge in una nota firmata da Raimondo Parisi della Flc Cgil, Sabino Famiglietti della Cisl Scuola, Giovanni Infortuna della Uil Scuola e Francesco Attanasio della Snals Confsal -. Scomparirà del tutto qualsiasi forma di compresenza per progetti e per l’accoglienza; ci saranno classi più numerose, non sarà più possibile soddisfare le richieste della famiglie di tempo scuola a 30 ore che bene o male si era riusciti a garantire; tanto meno sarà possibile garantire il tempo mensa oltre le 30 ore nelle poche scuole che erano riuscite a mantenere tale servizio. Scompariranno altri 40 posti di specialisti per l’insegnamento della lingua inglese; 7 posti di sostegno e 30 docenti su posto comune saranno in soprannumero». I tagli colpiscono tutta la Lombardia: a fronte di un aumento di alunni stimato in circa 10 mila unità, i posti persi saranno 4034, di cui 1425 insegnanti della scuola primaria, 235 della media e 872 delle superiori. «Tutto ciò, metterà in difficoltà molte famiglie, specialmente quelle con entrambi i genitori che – prosegue la nota sindacale -. Le riduzioni sono insostenibili e la scuola non può reggere questo ulteriore colpo. Daremo battaglia, anche a livello locale e regionale, per difendere la scuola pubblica».
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