Salute e lavoro: i temi caldi sotto gli occhi del Campionissimo

Nel paese di Alfredo Binda c'è attenzione verso le vicende che riguardano il cementificio. E il parroco ricorda: «La Caritas è sempre più impegnata verso chi fatica a tirare a fine mese»

Quattromila abitanti, un ospedale storico che la rende centrale rispetto a tutte le località circostanti, un tessuto con diverse attività commerciali che ancora resistono all’avanzata dei supermercati. E un nome leggendario dello sport – Alfredo Binda – che a 25 anni dalla morte continua a far circolare nel mondo il nome di Cittiglio. Il comune che si estende all’imbocco della Valcuvia, non lontano dal lago ma dominato dalla montagna, è uno dei trentatré che stanno per andare alle urne con una contesa che dovrebbe (salvo sorprese dell’ultim’ora) mettere in competizione tre liste capeggiate da Fabrizio Anzani, Daniele Cadario e Antonio Cellina, snocciolati in ordine rigorosamente alfabetico.

«Ma per il momento la gente attende a parlare delle elezioni: entrano in negozio e chiedono a noi, però prima di dare giudizi vogliono avere davanti l’elenco completo delle liste». Chi parla sono i fratelli Simonetta, i proprietari della storica rivendita di giornali accanto al Boesio che è molto più di un’edicola: casalinghi, cartoleria, giocattoli, sono un passaggio obbligato per generazioni di cittigliesi.
Passa anche da loro il nostro viaggio nei paesi al voto: Cittiglio non presenta problematiche particolari, anche se necessita – a sentire i Simonetta, anzi, i loro clienti – di qualche attenzione in più. «La gente passa di qui e dice la sua sulle cose da migliorare: ci sono strade che meritano di essere sistemate e, forse, ci si aspetta maggiore attenzione per quel che riguarda la sicurezza. I vigili ci sono, circolano, ma potrebbero fermarsi di più a sentire le esigenze delle persone». Il ricordo corre all’ultimo serio problema idrogeologico: quando il Boesio uscì dagli argini e allagò l’ospedale. «Di solito non era il fiume a creare problemi bensì un torrente che scende dalla zona della cava (quella della Colacem, in territorio di Caravate ndr): il fatto che il Boesio abbia iniziato a fare danni è importante e ciò dovrebbe aumentare l’attenzione verso queste tematiche. Da parte del Comune la gente chiede un maggior dialogo con quegli enti superiori che governano parte del territorio: vale per il fiume come per le strade».
Abbiamo nominato il vicino cementificio e proprio su questo si è da poco svolto un consiglio comunale aperto che ha scaldato gli animi dei cittadini. Lo ricordano le responsabili della farmacia Antoniotti, molto frequentata anche perché si trova a due passi dall’ospedale. «Il tema della salute pubblica è senz’altro sentito: la gente di solito non parla di problematiche generali quando viene da noi ma di sicuro il dibattito sulla Colacem è ora molto gettonato e probabilmente sarà uno dei temi centrali della campagna elettorale».
Lavoro e salute sono anche due degli elementi che preoccupano don Giuseppe Cola (nella foto), ormai forte di un’esperienza ventennale da parroco di Cittiglio. Il sacerdote non vuole, comprensibilmente, entrare nell’ambito politico ma è senz’altro uno dei massimi conoscitori della realtà locale. «Il nostro non è un paese con urgenze particolari, ma ci sono comunque parecchi punti su cui è necessario mantenere alta l’attenzione. Il fatto del giorno è la nascita di un comitato di cittadini che si occupa di ambiente soprattutto in relazione al cementificio; la speranza è che non ci si limiti a rispettare le leggi ma che si vada oltre, tutelando al massimo la salute pubblica. Un altro problema che stiamo avvertendo è quello del lavoro: la nostra Parrocchia, tramite la Caritas, assiste sempre più famiglie messe in difficoltà da licenziamenti e casse integrazioni. Una cosa che vale per gli stranieri ma ormai anche per gli italiani e credo che chi siederà in Comune dovrà prendere in mano la situazione prima che peggiori». Il rapporto tra giovani e genitori, ma anche quello relativo alla fede che più gli compete sono altri dei punti indicati da don Giuseppe che ci lascia sottolineando come «sia necessario, in molti campi, ritrovare un po’ di smalto per rendere Cittiglio un centro più vivace».
Abbiamo nominato, a inizio articolo, il mitico Alfredo Binda, al quale curiosamente non è mai stato dedicato un monumento (cosa che in passato portò a polemiche anche aspre). Un museo però c’è e viene tenuto aperto grazie al volontariato di Ettore Rossoni, vulcanico 84enne che accoglie i visitatori e li “imbottisce” di ricordi e aneddoti che riguardano il tre volte campione del mondo di ciclismo. «Però qui entra lo sport ed esce la politica» avvisa quando si varca la soglia del piccolo ma ricco spazio dedicato a Binda. E così è inutile chiedere un pronostico su come finirà la prossima tornata elettorale: l’unico accenno a riguardo arriva quando si apre il registro dei visitatori: «Si ricordi di firmarlo perché è il miglior indicatore affinché il Comune continui a tenere aperto il museo». Poche parole prima di tornare alla bici con cui il campionissimo vinse uno dei suoi mondiali o alla partecipazione al Tour del ’30 («Andò in Francia solo per fare allenamento e vinse due tappe su dieci, poi si ritirò in accordo con la sua casa, la “Legnano”») anno in cui venne pagato per non correre il Giro, che avrebbe vinto troppo facilmente. E ancora, ecco la foto mentre l’Alfredo ha la cornetta in mano e veste la divisa della banda cittadina: quel che Ettore non ci dice è per chi suonerà al momento dell’insediamento del nuovo Primo Cittadino.

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Pubblicato il 14 Aprile 2011
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