Torna all’attacco il “Pasquino gemoniese”

Nuova poesia dell'anonimo che pungola la maggioranza consigliare e non risparmia la Lega Nord

Molti lo aspettavano prima delle elezioni, lui ha deciso di esprimersi solo ad urne chiuse. Fatto sta che il “Pasquino gemoniese”, l’anonimo poeta dialettale che a più riprese attaccò la precedente Giunta comunale, ha ripreso carta e penna per fare sentire la propria voce. Oggetto delle invettive, come previsto, il nuovo sindaco Fabio Felli ed i suoi consiglieri, con qualche affondo alla Lega Nord ed al suo leader Bossi.

 

Tra i primi a commentare la nuova poesia, recapitata tra venerdì e sabato ad alcune delle persone più note del paese, anche lo stesso Felli, insieme ad uno dei suoi avversari nella tornata elettorale, Guelfo Ravani. «Non mi pare particolarmente cattivo o offensivo» dice Felli tirato in ballo per la sua attività immobiliare. «È ora che il Pasquino la pianti con queste cose» sostiene invece Ravani che dopo la recente sconfitta ha deciso di abbandonare l’attività politica. I due, che dimostrano un grande fair play reciproco, sono concordi sul fatto che la pasquinata, questa volta, è scritta in modo diverso. I termini dialettali utilizzati appaiono infatti molto stretti ed arcaici, quasi a voler sottolineare la radice gemoniese dell’anonimo scrittore. Nessun dubbio però sulla paternità della poesia, anche perché la grafia degli indirizzi e le modalità di spedizione sono sempre quelle.
Intanto le copie della poesia preparate dall’edicola che si trova a pochi passi dalla chiesa e dal municipio (nella foto) vanno letteralmente a ruba, contribuendo ad animare le discussioni tra i gemoniesi.

De be in mej – Un poeu par rid… un poeu par piang” (Di bene in meglio – Un po’ per ridere… un po’ per piangere) è indirizzata soprattutto ai consiglieri ed ai candidati di origine leghista ed a quelli di destra che hanno dato vita alla coalizione “Tradizione, territorio, cittadino”. Tra l’altro proprio giovedì prossimo in seduta pubblica ci sarà il giuramento e la presentazione di consiglio e Giunta. Come detto però, accanto agli attacchi “locali”, non mancano gli affondi diretti alla Lega Nord ed a Umberto Bossi (che risiede in paese) già tacciato di nepotismo in occasione dell’ultima pasquinata risalente allo scorso dicembre. «Speriamo che i conti del Comune, nel giro di qualche settimana, non facciano la fine di quelli della Banca Padana» grida il Pasquino, che insiste: «A proposito di soldi, vi ricordate le sparate di Bossi e soci contro Fazio, quello che volevano mandare a casa? Ora, dopo che ha salvato la loro banca dal fallimento non si sono più preoccupati di attuare ciò che avevano detto alla gente».

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Pubblicato il 17 Aprile 2005
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