Le vie dell’innovazione sono infinite

La parola innovazione puo' essere declinata in molti modi. Le aziende che hanno partecipato alla "Giornata sull'Innovazione", l'open day organizzato dalla Camera di Commercio alle Ville Ponti, hanno idee chiare su come e su cosa innovare

La parola innovazione puo’ essere declinata in molti modi: c’è chi si ispira a quanto si fa in altri paesi e chi si affida ai centri di ricerca nostrani. C’è chi ha stabilito relazioni stabili con le università del territorio e chi, invece, sceglie la via da seguire in base all’intuito e al proprio "dna". Una cosa è certa: le aziende che hanno partecipato alla "Giornata sull’Innovazione", l’open day organizzato dalla Camera di Commercio alle Ville Ponti di Varese, hanno idee chiare su come e su cosa innovare.

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Fabrizio Beltrametti, amministratore delegato di Actygea, azienda di Gerenzano del settore farmaceutico – «Per noi innovazione signfica trasformare le scoperte fatte dalle università e dai centri di ricerca in qualcosa che possa essere prodotto. Insomma, la nostra specialità è portare le scoperte che rimarrebbero chiuse nei casetti ad un livello industrialmente ed economicamente appettibile. Ci occupiamo di farmaci innovativi che possano essere trasformati su scala industriale ed entrare così, in tempi ragionevoli, nelle case delle persone. Ci interessano anche altri aspetti della vita quotidiana, come la produzione di enzimi da utilizzare nell’industria tessile e alimentare, additivi per detersivi o per il compostaggio domestico».

Roberto Vannucci, responsabile dell’area progetti del Centro tessile cotoniero abbigliamento di Busto arsizio – «Noi siamo di supporto alle imprese del tessile e abbigliamento, operiamo in Italia e in campo internazionale, aiutando le aziende a sviluppare innovazione per creare nuovi prodotti e nuovi mercati, rendendo al tempo stesso più competitive le imprese. La filiera del tessile e abbigliamento è molto lunga, quindi innovare puo’ avere più significati: utilizzare nuovi materiali o nuovi processi per conferire nuove prestazioni ai prodotti. Un esempio? Pensate alle tovaglie che non si macchiano, che non si sporcano e che mantengono le stesse caratteristiche di quelle tradizionali. Oppure prodotti tessili applicati in nuovi settori, come i materiali composti che creano strutture portanti per l’automotive o l’aeronautica, o componenti del corpo umano, come ad esempio i legamenti, che vengono prodotti con tecnologie tessili».

Moreno Poli, responsabile di Ngway, società informatica specializzata nell’integrazione dei sistemi – «Noi realizziamo soluzioni informatiche per risolvere i problemi alle aziende. Cerchiamo di portare idee e tecnologia unite insieme, non in modo effimero e teorico, ma in modo che siano realmente utili a migliorare l’efficienza dell’azienda. Siamo atipici, molto propositivi. Infatti, portiamo innovazione tecnologica facendone percepire alle aziende la necessità. Purtroppo le piccole imprese, per mille motivi, sono costrette a riconcorrere il quotidiano e non hanno tempo per pensare a dei processi innovativi che potrebbero migliorare la loro efficienza e proiettarle nel futuro».

Daniele Borgonovo, della TK Soluzioni, azienda informatica di Legnano – «L’innovazione è nel nostro dna. Da sempre sviluppiamo cercando soluzioni originali: a volte partendo da zero a volte vedendo quello che si fa all’estero, soprattutto nei paesi anglosassoni, in genere più avanzati. Noi offriamo soluzioni tecnologiche informatiche, con una specializzazione nella pubblicazione su diversi media e sullo sviluppo del mondo mobile, come ad esempio le applicazioni per iPhone. Un grosso stimolo è stata la crisi, perché ci ha fatto aggiungere al nostro portafoglio un’offerta anche per le piccole imprese, che non sono il nostro target. Insomma, abbiamo reagito velocemente giocando con un modulo diverso, declinando così, grazie anche alla collaborazione con Confapi, un’offerta con soluzioni standard adatte alle piccole aziende».

Ubaldo Guidi, responsabile project financing dell’Ercole Comerio spa, impresa meccanica di Busto Arsizio – «Direi che l’innovazione è insita nella natura stessa dei nostri prodotti e, almeno dagli anni Settanta, la ricerca per noi è strategica e fondamentale per la crescita. È per questo che riteniamo importantissimi il contatto con le università e i centri di ricerca sul territorio e non solo. In questo senso, abbiamo fatto un’importante esperienza a livello europeo come capofila di un team di aziende francesi, spagnole e italiane nell’ambito di un progetto comunitario. In quell’occasione abbiamo imparato molto, soprattutto nell’ambito organizzativo. Conoscenze che ora possiamo mettere a frutto nei nostri progetti nazionali».

Luca Donelli, rappresentante della Donelli Alexo, azienda con sedi a Cuggiono e Voghera, specializzata nelle verniciature e protezioni anticorrosive per gli stabilimenti – «Fino a poco tempo fa la parola innovazione era percepita come molto lontana e facente parte di un mondo a noi estraneo. Oggi invece, grazie anche allo stimolo ottenuto partecipando all’Energy Cluster e al sistema confindustriale, abbiamo imparato a percepire l’innovazione come qualcosa di più ordinario e quotidiano. Per me innovare significa trovare un modo migliore di fare le cose rispetto a come le facevo prima. L’innovazione puo’ seguire due vie: sviluppando una soluzione ex novo e per fare questo ci appoggiamo ai laboratori di ricerca esterni; oppure prendere una tecnologia già matura in altri settori per applicarla al nostro in modo innovativo».

Luca Cremona, ricercatore del laboratorio Rfid dell’Università Cattaneo-Liuc di Castellanza, ha collaborato con la Donelli Alexo- «Per noi innovazione significa fare trasferimento tecnologico verso le aziende, di tutte le dimensioni e su tutto il territorio nazionale. Recentemente abbiamo realizzato un progetto interessante di tracciabilità di filiera grazie all’etichetta Rfid, sistema di radiofrequenza, che permette alle aziende del settore elettromeccanico di tracciare e avere una visibilità estesa su tutti i componenti che transitano all’interno dei confini aziendali, ma anche negli scambi tra terzisti e fornitori. In questo modo tutte le informazioni sono disponibili non solo in azienda, ma su tutta la filiera, garantendo così una maggior visibilità dei processi e un valore aggiunto agli utilizzatori finali».

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Pubblicato il 21 Giugno 2011
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