Sovraffollamento carceri, Napolitano scrive a Pannella

Il presidente della Repubblica si rivolge al leader dei Radicali in sciopero della fame e della sete: «Non ammissibili sottovalutazioni di situazioni incompatibili con il rispetto della dignità delle persone»

In due o tre in pochi metri quadrati: letto a castello da una parte, cucina e bagno (nello stesso spazio) dall’altra. È la cella "tipo" in cui vivono centinaia di persone detenute nelle carceri italiane: 67.174 al 31 maggio invece del numero regolamentare di 45.551. Una situazione che tocca, come abbiamo raccontato più volte, anche gli istituti di Varese e Busto Arsizio. 120 al posto di novanta posti "teorici" nel primo, più di 430 invece di circa 200 nella casa circondariale bustocca che rappresenta il carcere di riferimento per chi viene arrestato a Malpensa. 

Sono tante le associazioni che da anni ormai denunciano questo sovraffollamento insostenibile, ma non sono mancati anche esponenti politici che ne hanno fatto una vera e propria battaglia. Primi fra tutti i Radicali di Marco Pannella. Ed è proprio Pannella che dal 20 aprile è in sciopero della fame, e dal 19 giugno è in sciopero della sete, perchè l’Italia «torni a poter in qualche misura essere considerata una democrazia». (Qui il testo integrale dell’appello).
Un’iniziativa, quella dello storico leader, non solitaria: secondo il sito dei Radicali stanno partecipando allo sciopero della fame, ad oggi, 15.000 cittadini e di questi sono oltre 12.000 i detenuti che partecipano nelle carceri italiane, insieme ai propri familiari. 
Anche a Varese da una paio di notti alcune persone detenute stanno attirando l’attenzione con grida "libertà, libertà" e la cosidetta battitura delle sbarre. 

Ieri, giovedì 23 giugno, è intervenuto anche il presidente della Repubblica. Giorgio Napolitano ha scritto una lettera a Pannella chiedendo di interrompere lo sciopero, ma manifestando la sua sensibilità verso il problema. «Posso assicurarti che continuerò a richiamare, e ne sento più che mai oggi l’urgenza, su tali questioni l’attenzione di tutti i soggetti istituzionali responsabili sollecitandoli ad adottare le indispensabili misure amministrative, organizzative e legislative. Non sono ammissibili sottovalutazioni e fatalismi di fronte a situazioni drammaticamente incompatibili con il rispetto della dignità delle persone e con la necessità di fornire un "servizio giustizia" efficiente, a garanzia dei diritti fondamentali dei cittadini: un servizio che deve essere esercitato da magistrati indipendenti e imparziali, con il rigore e l’equilibrio che ho costantemente invocato».

Un invito parzialmente accolto dal leader dei Radicali. «Ho deciso di sospendere lo sciopero della sete per rispondere e corrispondere all’atto istituzionale assai importante compiuto ieri dal Presidente della Repubblica che ha voluto riconoscere ufficialmente senso e valore della mia e della nostra lotta. Ora va rafforzato lo spiraglio di speranza che questa presidenza della Repubblica ci offre: amnistia, amnistia, amnistia». 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Giugno 2011
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