Protesta a Casbeno per un prete trasferito

Clamorosa manifestazione: genitori e ragazzi dell'oratorio hanno srotolato uno striscione in cui criticano la chiesa locale per lo spostamento di don Luca e per il silenzio sul caso di don Peppino

Una protesta inedita, nella parrocchia più importante della città: a Casbeno, una chiesa che fa parte della comunità pastorale di S.Antonio Abate, quella della basilica, per intenderci. Decine di ragazzi e genitori, alla fine della messa delle 9 e 30, si sono raggruppati sul sagrato e hanno srotolato uno striscione: “Vi abbiamo chiesto aiuto…ci avete lasciati soli: vergognatevi”.

Le persone che hanno organizzato la dimostrazione sono uscite poco dopo l’annuncio che l’attuale coadiutore sarebbe stato trasferito. Non ci sono mezze misure, i destinatari della protesta sono i vertici della chiesa locale. E lo striscione lo reggono i ragazzi dell’oratorio. La rabbia della gente è per la partenza di don Luca Zanta, il giovane coadiutore che negli ultimi quattro anni aveva ben lavorato, rivitalizzando proprio l’oratorio, che oggi conta circa 270 iscritti al gruppo estivo, e quasi un centinaio di persone che si mette a disposizione gratuitamente: “Fino a tre anni fa l’oratorio era deserto – spiega Fiorenzo Cassani, uno dei volontari – e questo anche perché la gestione del parroco precedente non aveva dato grandi risultati, ma con don Luca e l’impegno umile di tante persone le cose si sono raddrizzate, volevamo una continuità”.
Ma c’è molto altro. La parrocchia di Casbeno è in subbuglio da tre anni, e cioè da quando il precedente sacerdote, don Peppino Forasacco, è stata trasferito a Induno Olona. Di recente, il prete è stato rimosso dalla curia e inviato in un ritiro spirituale. “Si rincorrono molte voci su questa vicenda – spiegano i parrocchiani – la chiesa ci aveva chiesto discrezione, e abbiamo cercato di non fare del male a nessuno. Tuttavia avevamo chiesto che almeno ci lasciassero per un po’ il prete giovane che, di fatto, insieme all’impegno di tanti, aveva risolto la situazione, ridando fiducia alla comunità e facendola guardare avanti nonostante i tanti dubbi sul passato”.

Il punto è proprio questo: molte persone che si impegnano in parrocchia dicono che la gestione di don Peppino è stata oggetto di vari pettegolezzi. La gente ha accettato il silenzio della curia ma si aspettava un maggiore supporto. Quando ha visto che anche il coadiutore che a loro avviso ha risolto i problemi è stato rimosso, è scoppiata la rivolta.

Io sono molto preoccupata per mia figlia – dice ad esempio una delle volontarie Alessandra Pedetti – perché avevamo creato un ambiente positivo”. Fiorenzo Cassani aggiunge: “Abbiamo parlato più volte incontri con le gerarchie, volevamo essere informati, partecipare e invece ci hanno detto oggi che don Luca se ne va, senza preavviso… non si fa così”. Altri aggiungono: “Al giorno d’oggi la chiesa deve essere più trasparente, sono successe vicende che ancora vanno chiarite e decisioni così  non ci aiutano a rasserenare gli animi”.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Giugno 2011
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