Coltellate all’infermiera, alla sbarra l’ex fidanzato fuggito a Bucarest

Un tentato omicidio per soldi o per gelosia. Offerti 10mila euro di risarcimento. Spunta una perizia: dopo la fuga l'imputato ebbe un'amnesia

Cristina Joana Radoi, l’infermiera romena accoltellata a Marchirolo un anno fa è comparsa oggi in tribunale. Davanti al gip Stefania Pepe è iniziato il processo contro l’aggressore, George Daniel Stepanov, 33 anni, avvocato romeno, ex dipendente di un ministero a Bucarest e un tempo suo fidanzato; era immigrato in Italia con la compagna ma poi ritornò nel suo paese dopo la separazione affettiva. Rimangono ancora diverse cose da chiarire in questo tentato omicidio che solo per un miracolo non si è concluso con la morte dell’aggredita (le ferite le hanno provocato una invalidità permanente del 20% e hanno sfiorato gli organi vitali). A cominciare dalla stranezza di una perizia effettuata durante la latitanza: Stepanov fece una vista in un ospedale di Bucarest e dispone di un certificato che ne attesta la perdita della memoria, tesi ovviamente contestata dal legale dell’infermiera aggredita. Oggi però, lo smemorato Stepanov, in cella nell’aula di udienza, ha quantomeno offerto come risarcimento 10mila euro, una cifra che anche il suo legale Marco Lacchin ha ammesso essere bassa ma che è tutto ciò di cui dispone, ricavato da una casa venduta a Bucarest. 

L’aggressione fu molto violenta: l’imputato le piantò nove coltellate in varie parti del corpo e poi fuggì in Romania. Fu rintracciato dall’indagine della procura di Varese (pm Sara Arduini) con i carabinieri di Luino e la polizia romena.

Delitto per gelosia? Secondo l’avvocato della vittima, Maurizio Dimanico, le cose stanno in un altro modo. Il legale sostiene infatti che Stepanov avesse pienamente accettato la fine della relazione con la bella infermiera (che in Italia si manteneva facendo la badante o la barista) e che fosse stato lui stesso ad averla lasciata. Tuttavia, l’uomo, una volta tornato a Bucarest, si trovò senza soldi. Per tirare a campare si faceva inviare soldi da Cristina Joana. A Pasqua dello scorso anno, secondo l’avvocato, Cristina Johana smise di inviare denaro. George la prese male. Cominciò a fare pressioni sulla donna.  Poi, a luglio, giunse a Marchirolo dove, il giorno stesso del suo arrivo, tagliò le gomme del nuovo compagno per distrarlo. E mentre questi era dal meccanico, le tese un agguato sotto casa in via Roma. Colpendola ripetutamente con la lama portata dalla Romania. L’infermiera si è salvata grazie all’intervento di alcuni vicini, e dopo un lungo ricovero si è ripresa. La parte civile sostiene dunque che il delitto fosse ampiamente premeditato e non d’impeto, e che il movente economico sia quello pregnante. L’udienza è stata aggiornata a ottobre.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 08 Luglio 2011
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