Frontalieri: “Sarà Berna a pagare i comuni italiani”

Il parlamentare elvetico Cassis interviene all'assemblea degli enti locali di frontiera e spiega che la Svizzera non disattenderò il trattato, ma pretende un incontro con Tremonti per uscire dalla black list

 Dal 30 giugno, il Canton Ticino ha trattenuto unilateralmente il 50% dei 56 milioni di franchi che, secondo il trattato del 1974 sui frontalieri, avrebbe dovuto corrispondere ai 340 comuni di confine, in ragione della trattenuta sulle tasse dei lavoratori italiani, nella misura del 38, 8%, sulle retribuzioni del 2009. Secondo il trattato, il Cantone che ospita i frontalieri tiene per un anno e mezzo i soldi, e poi li versa al governo italiano, che li distribuisce ai comuni di frontiera, i quali rappresentano una popolazione di 1 milione e 383mila abitanti.

Con quei soldi, gli enti locali pagano strade, asili, servizi sociali. La decisione del Canton Ticino ha messo in grande allarme i comuni che, da un mese, stanno organizzando una controffensiva per costringere il governo italiano a intervenire. Oggi (lunedì 25 luglio) si è tenuta a Varese, in comune, l’assemblea dei comuni di frontiera, in cui è stato presentato un documento comune che chiede al governo italiano di sollecitare al governo elvetico il rispetto dei patti. Inoltre, si chiede la costituzione di un fondo di garanzia che tuteli gli enti di frontiera nel caso in cui la Svizzera disattenta il trattato. I comuni infine vogliono che sia modificata la modalità di trasferimento (bisogna aspettare un anno e mezzo), un fondo speciale per prevenire l’emigrazione del lavoro, un trattamento di disoccupazione dei frontalieri anche in Italia, e la reintroduzione del trasferimento dei contributi versati in Svizzera.

Ma c’è stata anche una novità politica importante. L’europarlamentare Laura Comi si è presentata con il parlamentare svizzero Ignazio Cassis, un membro del consiglio nazionale a Berna, ma ticinese e iscritto al Partito liberale radicale. Quest’ultimo ha spiegato che, in realtà, sarà Berna alla fine a garantire lo sblocco del 50% dei ristorni di quest’anno, perché la Svizzera non può permettersi di disattendere un trattato internazionale con l’Italia. Ma ha anche ricordato che l’Italia sta facendo innervosire gli elvetici: Tremonti, per cercare i soldi dell’evasione italiana, ha inserito la confederazione della lista nera fiscale e Berna vuole che Roma la pianti. In questo quadro internazionale si è inserita la decisione del Canton Tciino, «alimentata anche dalla demagogia di alcuni partiti che soffiano sul sentimento antitaliano in funzione elettorale» ma che ha avuto il risultato di svegliare Berna sul problema della situazione economica e sociale in Canton Ticino. E’ anche per questo che, i sindaci, denunciano come qualcuno se la stia prendendo con i più deboli, ovvero i comuni, per fare pressione, in realtà, sul governo italiano. All’incontro erano presenti tanti sindaci e parlamentari. Oltre alla citata Comi, l’onorevole comasco Chiara Braga del Pd, il senatore Fabio Rizzi della Lega, il deputato Daniele Marantelli del Pd, il sindaco Attilio Fontana di Varese, il rappresentante dee frontalieri sindaco di Lavena Ponte Tresa Pietro Roncoroni, Samuele Astuti di Malnate, la sindaca di Olgiate Comasco Maria Rita Livio, l’assessore provinciali Bottini, il presidente del consiglio provinciale Macchi, i consiglieri regionali Gaffuri di Como, Puricelli, Azzi, Alfieri di Varese, tanti sindaco di tutti i partiti, Demedio a Magrini delle comunità montane, il parlamentari comasco Nicola Molteni e tanti altri.  Assenti i ministri Maroni e Bossi.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 25 Luglio 2011
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