In viaggio per 20 giorni senza mai scendere dalla macchina

In viaggio da 12 giorni e ne mancano ancora 8 prima della meta. Un viaggio lungo? neanche poi tanto. Cosa c’è di speciale? C’è che Marco Oggian, 21enne di Laveno, durante tutto il percorso che compirà in questi venti giorni non scenderà mai dalla sua macchina, una BMW Serie 1. Non basta? Aggiungeteci anche che tutta questa bizzarra avventura è ripresa e trasmessa in diretta, 24 ore su 24, attraverso il suo sito internet (connessione internet permettendo) e chiunque può comunicare con lui attraverso una pagina Facebook, o guardare il suo canale YouTube

Marco è un graphic designer, un tipo molto originale che ha frequentato il liceo artistico a Varese e ora vive a Lugano, ma con questa impresa si è davvero superato.
«L’idea mi è venuta un mese prima di partire – racconta Marco in diretta dall’abitacolo della sua automobile -, ero stanco della solita routine e mi sono deciso a fare qualcosa di nuovo e grandioso». Quando gli è balenato in testa di fare un viaggio di 20 giorni senza mai scendere dall’auto si è messo di gran lena a sviluppare un progetto e a trovare qualche partner che lo potesse aiutare, «una cosa del genere prevede un sacco di accorgimenti tecnici, fisici e mentali – spiega Marco -, io sono riuscito a metterli a punto e ho bussato alla porta di Bmw che ha deciso di aiutarmi fornendomi la macchina».

Il suo bagagliaio è tutto un coacervo di modem, fili, batterie e router che gli garantiscono la copertura di rete necessaria per trasmettere in diretta il suo viaggio. Una telecamera fissa lo riprende dall’alto e un tablet gli permette di interagire con chi lo segue “da casa”.

Ma fatti salvo gli accorgimenti tecnici e il percorso, tutto il resto è affidato al caso, «l’unica cosa che ho pianificato è l’itinerario, per un’esigenza di copertura internet – spiega Marco -, sono partito da Milano e arriverò fino a Roma, mi ero proposto di non superare i 4mila chilometri, vediamo se ce la faccio».

Vive in macchina tutto il giorno e la notte ma assicura che riesce a fare le stesse cose che faceva a casa, certo con qualche accorgimento «e con qualche scomodità in più». La cosa più divertente è quando arriva l’ora di pranzo/cena/aperitivo: «siccome non posso scendere dalla macchina devo chiedere alle persone che incontro se mi aiutano a comprare da mangiare – racconta Marco -. Qualcuno scappa, altri capiscono lo spirito della mia avventura e si fermano volentieri ad ascoltare la mia storia. Una volta per prendere una pizza sono quasi entrato nella pizzeria con la macchina, i gestori non hanno apprezzato..».

A parte il fatto di vivere dentro una macchina di cose curiose in questi giorni gliene sono già capitate, «sicuramente due più di tutte: la prima è quando mi hanno fatto un massaggio e la seconda quando un tatuatore è entrato a farmi un tatuaggio. Ma di cose ne sono successe troppe da raccontare». Non resta che seguirlo online.