L’ombra della Whirlpool sul Primo Maggio

I licenziamenti della multinazionale al centro degli interventi. I sindaci del Varesotto chiedono un tavolo di crisi. I sindacati annunciano uno sciopero per martedì

È un Primo Maggio con il sole e con il caldo, con la musica e con le bancarelle nelle vie del centro, eppure la sensazione non è quella di una festa. La preoccupazione per il licenziamento di mille lavoratori della Whirlpool, annunciato dall’azienda non più di una settimana fa, è presente ovunque: negli striscioni, nei discorsi ufficiali e nelle chiacchere della piazza. Persino nello sguardo di un ritratto di Lenin, in vendita in una bancarella di residuati della defunta Unione Sovietica, a poche centinaia di metri dal luogo della celebrazione .
Sul palco di piazza Monte Grappa, di fronte a circa mille persone, si alternano i rappresentanti di Cgil, Cisl e Uil. Si parla di Arese, di sviluppo della mobilità sostenibile, di rilancio dell’economia, di innovazione e formazione. Alla fine di ogni discorso si arriva però sempre a Cassinetta e Comerio e alla crisi della Whirlpool. Quando viene data la parola alle rsu dell’azienda, la sensazione che non ci sia nulla di buono sotto il sole, anche per i giorni a venire, è ancora più forte. «Nel nostro territorio – dice Matteo Berardi della  Fiom – la situazione è drammatica. Le aziende non fanno che annunciare crisi e ricorrere sempre di più a cassa integrazione, mobilità e licenziamenti. La Whirlpool è da tempo che ci dice che bisogna  abbassare il costo del prodotto finale e per farlo ci chiede l’eliminazione dei diritti. Noi invece pensiamo  che si diventa competitivi con un piano industriale importante ed una strategia sui nuovi prodotti, basata su ricerca e  qualità. Noi ribadiamo il nostro fermo no alla procedura di licenziamento e proseguiremo nella protesta e sicuramente il livello delle lotte si alzerà».

I lavoratori della Whirlpool hanno fatto un appello ai politici della zona e al presidente della Provincia perché si attivino per evitare le migrazioni delle imprese varesine all’estero. «Non possiamo pensare di competere – continua Berardi – con paesi in cui il costo del lavoro è fino a sette volte più basso rispetto all’Italia. Se non si capisce che il futuro sta nell’investimento in prodotti di alta gamma, la nostra provincia si ritroverà economicamente in ginocchio».
Una preoccupazione condivisa dai sindaci del Varesotto che hanno deciso di sottoscrivere un documento – letto durante la celebrazione – sulla questione Whirlpool,  in cui si chiede alla direzione aziendale di evitare atti unilaterali e di aprire un confronto con le rappresentanze sindacali ed istituzionali, di costituire un tavolo di crisi a cui siedano tutte le parti coinvolte, compresi i rappresentanti di regione, provincia  e comuni. I sindaci hanno anche deciso di dare vita ad un coordinamento permanente e mettere a disposizione le competenze e risorse istituzionali per arrivare ad una soluzione «idonea e soddisfacente per tutte le parti in causa».
Lunedì i lavoratori di Cassinetta e Comerio ritorneranno al loro posto di lavoro, ma già per martedì Cgil, Cisl e Uil hanno indetto un altro sciopero e per giovedì mattina un’assemblea generale.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 01 Maggio 2005
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