I mosaici di Ivan Tozzo volano a Malta
Il mosaicista varesino ha realizzato tre pannelli che saranno esposti in modo permanente nell’edificio del Palazzo del Consiglio della città di Naxxar
Un lavoro antico, quello del mosaicista, che affonda le sue radici nella stagione d’oro dell’antica Grecia. Un lavoro d’altri tempi che conta ormai pochi esperti, capaci di realizzare opere uniche grazie alla pazienza, maestria tecnica e senso estetico. Ivan Tozzo, classe 1968, si è appassionato al mosaico dopo una breve carriera di artista e grafico e nel suo laboratorio di Mornago realizza pezzi unici. Il suo ultimo lavoro è volato fino a Malta e sarà esposto in modo permanente nell’edificio del Palazzo del Consiglio (ovvero il Municipio) della città di Naxxar.
Come è nata questa collaborazione?
Il Comune di Mornago che a settembre ha siglato un gemellaggio con la città maltese e l’opera è stata commissionata in occasione della visita della delegazione qui in Italia. Per l’occasione ho voluto realizzare un mosaico con la terra del nostro paese e tessere realizzate con oggetti di recupero, come coppi e mattoni.
Un’arte tanto antica che posto ha in una società contemporanea?
Certamente un posto di nicchia, anche se il mosaico comincia ad avere anche un ruolo interessante come oggetto d’arredo. Certamente il costo elevato, dato dalla quantità di ore di lavoro necessarie, non aiuta ad una diffusione più popolare.
Quanto tempo impieghi per realizzare un mosaico di medie dimensioni?
Ovviamente dipende dalla grandezza delle tessere, ma ci possono volere anche trenta o quaranta giorni.
Che tipo di tecnica utilizzi?
Nella riproduzione di mosaici antichi, mi attengo alla tecnica antica mentre per quelli dove posso aggiungere la mia creatività ho rielaborato un metodo nuovo. Le tessere posso essere realizzate con ogni tipo di oggetto di recupero, oltre alle più tradizionali pietre e smalti. Il lavoro richiede molto tempo perché ogni tessera deve essere ricavata singolarmente e sagomata all’esigenza.
Ivan ha sempre vissuto in mezzo alla ceramica, grazie alla professione del padre piastrellista, ma la sua passione lo ha portato lontano fino a frequentare i corsi della scuola del Friuli, quella di Spilimbergo, con professori come Carolina Zanelli. La passione è diventata professione e dall’allora il suo mondo è fatto di migliaia di piccole tessere colorate.
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