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Dove sono finite le consulte di zona?

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13 Ottobre 2011

Totale appoggio all’istanza promossa dal Pdl all’ultimo Consiglio Comunale in merito alle consulte di zona.

Certamente un ottimo strumento che permette alla cittadinanza di avvicinarsi all’istituzione centrale, in questo caso il Comune, formando un “parlamentino” composto da cittadini comuni non per forza agganciati a partiti politici ma che avranno l’opportunità di far pervenire al consiglio comunale delle riflessioni istituzionalmente riconosciute, sui progetti e sugli interventi che tracceranno il mandato dell’amministrazione.

Degli organi, quelli delle consulte, che per la prima volta erano stati introdotti dall’amministrazione Damiani e che hanno portato a risultati molto soddisfacenti.

Non tanto dal punto di vista politico, dove forse è stato eccessivo lo sfruttamento degli schieramenti di opposizione come nel caso della consulta di Rovera. Differentemente è stato pregevole l’impegno di altri gruppi, che hanno colto il principio delle consulte, che non era quello di polemizzare ma piuttosto consisteva nell’aiutare l’amministrazione a migliorare la qualità della vita e a prendere decisioni importanti per città.

In tale direzione un buon lavoro è stato fatto dalle persone che si sono concentrate sulla concretezza e sull’efficienza, per esempio la consulta di San Salvatore, il cui presidente Francesco Romano di fede Pd, era stato in grado di guidare il proprio gruppo organizzando ottime iniziative di aggregazione, adempiendo completamente al principio di questi organi.

Sarebbe un vero peccato rendere vano l’impegno della ex Giunta, oltre a quello delle persone vicine agli attuali amministratori, che fruttuosamente si sono dedicate in quest’ambito nel passato.

Speriamo quindi che non venga eliminato quest’utile strumento e si attivi subito la burocrazia per istituirlo al più presto.

Il regolamento indica l’inizio della legislatura come momento di partenza, perciò posticipare l’istituzione di questi organi, porterebbe a pensare ad una Giunta distratta che dopo cinque mesi dall’insediamento non ha ancora capito che la loro legislatura sia già ampiamente iniziata, o in un’altra ipotesi forse più accreditata, poterebbe trattarsi di una strategia della maggioranza per prendere tempo utile a far scelte importanti e apparentemente sconvenienti senza ascoltare di proposito il parere dei cittadini e in seguito, quando le decisioni saranno già prese e l’interesse sarà diminuito, dar avvio al confronto su argomenti irrilevanti senza rischiare delle opposizioni e delle bocciature direttamente dai cittadini.

Poiché non credo che chi ha tanto ambito alla politica a chilometri zero durante la campagna elettorale, si voglia macchiare per delle banalità con un siffatto comportamento che mal si addice alla trasparenza amministrativa, un ostruzione a questi organi farebbe veramente sorgere qualche allarmante perplessità.

Marco Damiani

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