La sorella di Uva: “Non voglio odio al presidio in tribunale”
In aula il giudice deciderà sulla riesumazione del cadavere, ma fuori potrebbero esserci i giovani dei centri sociali che hanno fatto circolare appelli alla mobilitazione su internet
E’ una giornata particolare quella di oggi. In un’aula del tribunale di Varese si discute l’udienza del processo contro il medico Carlo Fraticelli, accusato di aver somministrato farmaci sbagliati a Giuseppe Uva e di averne determinato la morte. In piazza, davanti a Palazzo di giustizia, è invece atteso un presidio di amici di Giuseppe, a cui parteciperanno i familiari. ma anche Ilaria Cucchi e Patrizia Aldrovandi. Non solo, c’è infatti anche la concreta possiblità che si svolga un presidio molto più corposo, poiché nelle ultime ore sono circolati appelli alla mobilitazione, su internet, provenienti dall’area dei centri sociali e non è escluso anche uno striscione contro le “morti di stato”.
La questura ieri ha ribadito che terrà d’occhio la situazione ma che tutto dovrebbe svolgersi nella massima compostezza. Lucia Uva, sorella di Giuseppe ha rivolto ai partecipanti un appello in cui invita tutti alla calma: “Io vi chiedo soltanto e con il cuore in mano – scrive Lucia – la vostra testimonianza civile educata e composta. Solo quella, senza odio senza violenza nemmeno verbale ma con grande rispetto per tutti, magistrati e forze dell’ordine comprese, potrà essere ascoltata. Aiutatemi domani a chiedere alla Procura di Varese di sottoporre il fascicolo di indagini che langue da oltre tre anni, al suo giudice naturale”.
Lucia Uva ci ha contattato più volte ieri, chiedendoci di ribadire che non voleva assolutamente fomentare offese contro la magistratura o turbamenti dell’ordine pubblico. In aula invece il clou sarà la decisione del giudice Orazio Muscato sulla richiesta dei periti che chiedono, per effettuare nuove analisi: la tac sulle ossa, e anche delle analisi su macchie trovate nei pantaloni.
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