Mirabelli e il Pd: “Gentile, non condividiamo”

Ci chiediamo che senso abbia, in un momento di grave crisi economica in cui i problemi di Varese e dei varesini sono ben altri, imporre con prepotenza una scelta che, in quanto ideologica, non può certamente essere condivisa da tutto il Consiglio comunale

 Apprendiamo, con tristezza, che Sindaco e Giunta di Varese hanno condiviso all’unanimità la proposta dell’Assessore Clerici di apporre una targa commemorativa in ricordo di Giovanni Gentile nel giardinetto tra il Liceo Classico e la scuola media Dante Alighieri, in via XX Aprile.

Basandosi su una delibera del 2005 della Circoscrizione 1, organismo che ora non esiste più, votata, peraltro, solo dai consiglieri di centrodestra.
 Ci chiediamo che senso abbia, in un momento di grave crisi economica in cui i problemi di Varese e dei varesini sono ben altri, imporre con prepotenza una scelta che, in quanto ideologica, non può certamente essere condivisa da tutto il Consiglio comunale.
Giovanni Gentile, infatti, oltre ad essere stato uno dei filosofi idealisti più importanti del ’900, è stato anche uno dei padri nobili del fascismo  per il quale, nel 1922, fu Ministro e del quale, con la pubblicazione, nel 1925, del Manifesto degli intellettuali fascisti, tentò perfino di scrivere il programma culturale, per legittimarlo dal punto di vista teorico. Per quanto ci riguarda, fatichiamo a comprendere come, di questi tempi difficili, Sindaco e Giunta preferiscano dedicarsi alla riabilitazione  dei Padri Ideologici del Fascismo, piuttosto che lavorare per Varese e per la nostra comunità.
Non esitando, peraltro, a stabilire un pericoloso precedente che legittimerà, in futuro, chiunque vinca le elezioni a Varese a fare altrettanto.
 Non possiamo non ricordare che Gentile, tra le altre cose, è stato firmatario, nel 1938, del vergognoso “Manifesto della razza”, in appoggio alle leggi razziali fasciste, e che ha sostenuto il fascismo fino alla fine, aderendo alla Repubblica di Salò
 L’Assessore Clerici sostiene che la motivazione di questo riconoscimento non sarebbe al Gentile fascista ma al Gentile “padre della scuola italiana”. Ma anche qui, purtroppo, pur volendo sorvolare sul fatto che è impossibile scindere le due figure, qualcosa non torna ugualmente.
 Ci risulta, infatti, che ci siano stati molti altri padri della scuola italiana prima di Gentile: Casati, ad esempio, che, nel 1859, istituì la scuola elementare; Coppino che, nel 1877, ne rese obbligatori i primi tre anni, sanzionando i genitori che si ostinavano a non mandarci i figli; Gabelli che, nel 1888, ne scrisse i programmi; Orlando che, nel 1904,  innalzò l’obbligo scolastico fino a 12 anni, obbligando i Comuni ad assistere gli alunni poveri; Credaro che, nel 1911, pose a carico dello Stato gli stipendi dei maestri che, prima, erano a carico dei Comuni, dando un prezioso contributo alla lotta contro l’analfabetismo. Solo per citarne alcuni. Perché, allora, ricordare solo Gentile?
 Non è un segreto che la riforma Gentile, aristocratica, severa, elitaria, suddividendo  rigidamente gli  studi secondari in un ramo classico-umanistico per i dirigenti e in un ramo professionale per il popolo, fu definita da Mussolini stesso, nei suoi “Discorsi”, "…la più fascista delle riforme…".
 L’intento di Sindaco e Giunta, celebrando Gentile, è, forse, quello di celebrare il modello di scuola fascista?
 Che necessità c’è, poi, di apporre questa targa proprio in via XXV Aprile che si chiama così non casualmente ma per ricordare il giorno della liberazione dal  fascismo?
 L’Assessore Clerici ha dichiarato che dovremmo stare tranquilli perché ha in agenda un’altra intitolazione: quella della salita verso villa Mirabello, dentro ai Giardini Estensi, al pittore Renato Guttuso che era ”notoriamente comunista”. Confermando, in questo modo, la sua malafede. In un Paese civile, infatti, l’intitolazione a Guttuso semmai potrebbe avvenire perché, con la sua arte, risiedendo per anni a Velate, ha dato lustro, oltre all’Italia intera, anche alla nostra città. Non certamente perché “notoriamente comunista”.
 Per quanto ci riguarda, non siamo mai stati contrari, pregiudizialmente, all’intitolazione di luoghi pubblici a personaggi che, con la loro attività, seppure lontani dalla nostra sensibilità politica, hanno indubbiamente contribuito alla crescita morale, civile ed economica del nostro Paese e della nostra città.
 Lo dimostra, per esempio, il fatto che, nell’indifferenza della maggioranza di centrodestra, siamo stati proprio noi a proporre di ricordare degnamente la figura del grande progettista dell’Aermacchi ing. Ermanno Bazzocchi.
 Ma il provvedimento che riguarda Gentile non l’abbiamo condiviso, non lo condividiamo, non lo condivideremo mai.
 Riteniamo, infatti, che, se se Sindaco e Giunta fossero in buona fede, per onorare qualche grande pedagogista italiano, non avrebbero preso in considerazione Giovanni Gentile, intellettuale organico al fascismo, ma avrebbero preferito presentare la candidatura di un personaggio in grado di essere condiviso da tutte le forze politiche, come, tanto per fare un esempio, Maria Montessori.

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Pubblicato il 03 Novembre 2011
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