Caso Uva: prima i test genetici, poi la riesumazione
Il giudice nomina altri due periti che dovranno studiare le macchie organiche e gli enzimi del sangue della vittima. La nuova autopsia sarà effettuata a Busto Arsizio
E’ iniziata l’operazione decisiva per capire come sia morto Giuseppe Uva. Il giudice Orazio Muscato ha affidato, in aula, questa mattina, l’incarico a due periti che, entro 45 giorni, dovranno analizzare le macchie di sangue sugli indumenti della vittima ed effettuare analisi genetiche sui reperti ancora conservati. Si tratta di Maurizio Clementi dell’università di Padova e Adriano Tagliabracci dell’istituto di medicina legale di Ancona. Il tribunale li ha convocati perché i tre periti che hanno già esaminato i campioni di sangue e le cartelle cliniche ritengono sia necessaria un’ulteriore analisi a livello genetico, per capire, da un lato se le tracce negli indumenti siano di Giuseppe o di altri (il genetista Tagliabracci), e dall’altro se nel dna sono preseti quei geni capaci di codificare in maniera corretta gli enzimi. Una verifica importante per capire se aveva patologie congenite che abbiano portato a una metabolizzazione lenta dei farmaci, come possibile causa di morte.
Una volta espletati questi adempimenti (il termine è il 30 dicembre) i tre periti Demori, Ferrara e Thiene, procederanno con la riesumazione del cadavere dal cimitero di Caravate, per la quale oggi il giudice ha disposto l’ordinanza. La nuova autopsia sui resti sarà realizzata all’interno dell’azienda ospedaliera di Busto Arsizio. I due genetisti, a Padova, dovranno fotografare ogni reperto. Anche le altre parti in causa nomineranno propri consulenti: il pm Agostino Abate ha indicato Ranieri Domenici ematologo dell’università di Pisa, e Stefano Govoni, direttore del dipartimento di Farmacologia dell’Università di Pavia. La parte civile delle sorelle Uva (avvocato Anselmo) ha nominato Susy Pelotti medico legale dell’università di Bologna, la altre parti si sono riservate la decisione.
Le operazioni iniziano alle ore 12, domani 8 novembre, nei laboratori dell’università di Padova.
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