Il tribunale dice sì alle “prove piccanti” contro Fumagalli

Una lista testi nutrita, episodi pruriginosi, accuse dure. Al dibattimento contro l'ex sindaco il sostituto procuratore Abate comincia subito all'attacco e il collegio gli ammette tutte le prove

Gli ingredienti presentati in aula dalla procura di Varese parlano chiaro: a sentire il pm Agostino Abate, il processo contro l’ex sindaco Aldo Fumagalli si annuncia piccante. L’accusa è nota: concussione e peculato. La storia anche: secondo la procura l’ex sindaco frequentava delle amiche dell’est Europa, e le avrebbe raggiunte con l’auto di servizio, facendo pressioni sulla dirigente di una cooperativa, che aveva un appalto con il comune, per avere case a disposizione. Il collegio del tribunale di Varese ha ammesso, questa mattina, tutti i testi, e le prove, richieste dalla procura mentre ha bocciato la richiesta della difesa di inserire, in extremis, tra le testimonianze, la registrazione di una conversazione che coinvolgeva la signora Augusta Lena, parte civile nel processo, ma di cui non è noto il contenuto.
Ma andiamo con ordine. Il sostituto Abate ha esordito dicendo che «sui fatti in oggetto si può dire che vi sia una ammissione dell’imputato per almeno l’ottanta o anche novanta per cento». La difesa avrà ovviamente da eccepire, ma in aula oggi non l’ha fatto.

I TESTI
La procura cita gli ex assessori William Malnati, Alessio Nicoletti, Roberto Puricelli. E anche i due dirigenti, Francesco Spatola e Marco Roncaglioni, in quanto destinatari di precisi ordini da parte dell’imputato per fatti che hanno avuto rilevanza penale. Sarà interrogato anche Ugo Cirrincione, ex dirigente dell’Enel di Varese: «Fu chiamato d’urgenza da Fumagalli – ha argomentato il sostituto procuratore – perché intervenisse, in modo suadente, sui dirigenti dell’Enel allora in servizio, affinché inviassero, immediatamente, una squadra di tecnici ad installare la luce in un appartamento, dove soggiornava una delle ragazze favorite dall’ex sindaco».
Il 13 dicembre, sarà interrogato Roberto Pasin, un imprenditore immobiliare che, secondo il pm Abate, prestava al borgomastro una villetta a Travedona Monate per gli incontri con le ragazze. Inoltre gli sarà chiesto conto di alcuni «convegni , ma non certamente di lavoro», in alberghi, in Italia e all’estero, di cui sarebbe a conoscenza. Tra i testi, vi saranno inoltre Gaetano Napoli e Guido Vanoli, gli autisti dell’ex sindaco che, secondo l’accusa, sarebbe stati utilizzati per trasportarlo verso incontri privati, con l’auto di servizio.
E ancora nell’ordine:
le 5 ragazze all’epoca extracomunitarie, menzionate negli atti dell’inchiesta. 2 dipendenti della cooperativa 7 laghi. La responsabile della stessa cooperativa Augusta Lena che afferma di essere stata costretta a mettere a disposizione un appartamento altrimenti non le avrebbero rinnovato il contatto di pulizie per il comune. I 2 dipendenti dell’Enel che andarono ad attaccare la luce in tutta fretta all’appartamento di via Marzorati scelto per il soggiorno dell’amica del sindaco. E i due ufficiali di polizia giudiziaria che hanno indagato.

LE PROVE
I giudici del collegio (Azzena, Sagone, Sala) hanno inoltre ammesso, come prove, i fogli di servizio delle auto comunali, telepass compresi. La registrazione alberghiera di un gran hotel di Stresa dalla quale 

risulta che l’ex sindaco si era intrattenuto una notte con tale Tatania Belova, che, ha affermato in aula il pm Abate, «si trovava lì per motivi di profitto economico». Inoltre, il fascicolo si 

arricchisce di alcune informative dell’ufficio immigrazione della questura sulle ragazze e della rassegna stampa sul caso di Silvio Peretti, il funzionario regionale distaccato in comune che entrò in contrasto con l’ex sindaco per la vicenda delle ragazze ospitate in una casa dei servizi sociali.
E via dicendo: la foto della casa di Travedona, il contratto d’affitto, i dati scritti a mano dall’imputato relativi a una ragazza extracomunitaria di cui avrebbe “proposto” l’assunzione alla Cooperativa 7 laghi, un sms inviato alla Augusta Lena per l’assunzione di un’altra ragazza, un’informativa dei carabinieri su una delle giovani amiche in cui viene indicata come «dedita all’attività di prostituzione», l’affitto della casa di Reno di Leggiuno in uso all’ex assessore Nicoletti ma utilizzata anche questa per una ragazza, su richiesta dell’ex sindaco. Le fatture del collegio De Filippi dove soggiornarono delle infermiere dell’Est Europa aderenti alla Cooperativa 7 laghi, che non poterono entrare nella casa  via Marzorati perchè occupata da una protetta del sindaco.
Il pm Agostino Abate, insomma, ci è andato giù duro. E siamo solo all’antipasto. Prossima udienza il 13 dicembre.

Guarda anche:
Le ragioni della difesa

 

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 24 Novembre 2011
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.