Sequestrati i beni del “commercialista della ‘ndrangheta”
L'uomo era stato accusato di aver movimentato i capitali del clan. Beni per diversi milioni sono stati, invece, definitivamente sottratti alla locale di 'ndrangheta del Varesotto con la confisca
I beni sequestrati nell’ambito dell’operazione Bad Boys contro la cosca di ‘ndrangheta di Legnano-Lonate Pozzolo, condannata il 5 luglio scorso in primo grado, lentamente vengono definitivamente sottratti perchè frutto di estorioni, usura, minacce. Si tratta di beni per un valore complessivo che supera i 30 milioni di euro che entreranno a far parte di quella sterminata lista di attività che attende una riassegnazione dell’agenzia governativa nata per il loro reimpiego. Solo 260 sono quelli in provincia di Varese dei quali solo alcuni sono stati assegnati.
Il primo sequestro risale al marzo 2009, all’indomani degli arresti dell’operazione Bad Boys che portò in carcere quasi 40 persone con l’accusa di appartenere, fiancheggiare e favorire la ndrina: si tratta di 17 società, 34 appartamenti, 4 bar e ristoranti, 1 terreno, 20 auto, 70 conti correnti. Nella lista c’erano numerose imprese edili, direttamente o indirettamente controllate, locali pubblici molto noti tra i giovani quali lo Stomp di Legnano e il Billiard di Busto Arsizio, bar e tantissimi conti dai quali transitavano i soldi delle estorsioni. La seconda tranche nel novembre 2010 quando erano finiti nel mirino una pompa di benzina, due locali, vari appartamenti tra Varese e Gallarate, due ville e altri conti correnti per un valore complessivo di 7 milioni.
I Carabinieri del Comando Provinciale di Varese, con il supporto dei Carabinieri della sezione di P.G. del Tribunale di Milano e dei Comandi territorialmente competenti, hanno dato esecuzione, nelle Province di Varese, Milano e Crotone, a un decreto di confisca di tutti questi beni su richiesta della Dda di Milano nei confronti di Vincenzo Rispoli, elemento a capo della compagine criminale di stampo mafioso radicatasi nell’area intorno a Malpensa, affiliata alla cosca Farao-Marinicola della provincia di Crotone. Parte dei 30 milioni complessivi sotto sequestro da parte dello Stato.
Oltre alle confische sono stati posti sotto sequestro beni per 3 milioni di euro nei confronti di Giulio Baracchi, individuato quale commercialistà del sodalizio. Il commercialista era stato arrestato insieme a tutti gli altri ma dopo pochi giorni è stato scarcerato per poi uscire definitivamente dall’inchiesta. Tale sequestro è propedeutico alla confisca da parte del Tribunale di Varese su richiesta della Dda milanese. A Giulio Baracchi, invece, i Carabinieri di Varese hanno sequestrato due fabbricati con relativo arredamento, due terreni, una abitazione in villini e un box, tutti siti in Portovaltravaglia, le quote di una società operante nel settore della gestione del personale e vari titoli bancari (uno dei quali, in particolare, attivo presso un istituto di credito ticinese, avente un saldo attivo di 1.300.000,00 euro) valenti complessivamente, secondo una stima preliminare, circa 3 milioni di euro.
I provvedimenti emessi sono frutto delle indagini patrimoniali condotte nell’ambito di attività investigativa avviata dal Reparto Operativo di Varese nel 2005 e coordinata dal pm Mario Venditti, che ha portato alla individuazione dell’organizzazione criminale egemone nel territorio. L’operazione si inserisce, evidenziano i Carabinieri, nella strategia di contrasto alle infiltrazioni della ‘ndranghetà in Lombardia con particolare riferimento alla aggressione dei patrimoni risultanti da attività di estorsione e usura, predisposta dalla Dda di Milano e che ha visto in prima linea il Comando Provinciale di Varese collegare e approfondire alcuni filoni investigativi insorgenti da altre indagini condotte con le Procure di Varese e Busto Arsizio
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