I piccoli negozianti: “Non abbiamo le forze per stare sempre aperti”

Quanti dei negozi in provincia sfrutteranno questa legge? E come la considerano? Abbiamo provato a chiederlo ad alcuni dei commercianti delle città sparse per la provincia

Dal primo gennaio i negozi possono aprire senza limiti né di orari né di data: è la sostanza della liberalizzazione dei negozi varata dal Governo Monti. Ma quanti dei negozi in provincia sfrutteranno questa legge? E come la considerano? Abbiamo provato a chiederlo ad alcuni dei commercianti della nostra zona.  

Non lo utilizzeremo
«Penso proprio che noi non sfrutteremo la cosa, siamo già presi così. Noi non apriamo neanche le domeniche prima di Natale! – spiega Nicoletta Martino, del Mercatino di Varese – Penso che sarà una cosa che utilizzeranno di più quelli della grande distribuzione, quelli che hanno tanti dipendenti e gli fanno già fare i turni. Anche noi, ai primi tempi del mercatino, tenevamo aperto anche la domenica mattina: ma quando abbiamo deciso di chiudere abbiamo notato che gli incassi erano gli stessi».

Faccio già la domeniche
«Per la verità per i negozi con meno di 250 metri quadri non cambia molto rispetto alla liberalizzazione delle licenze ed alle leggi della regione Lombardia del 2008! – precisa Cecilia Giordan, responsabile de “Le ghiottonerie di Cecilia” di Gallarate – io, come titolare di azienda individuale di negozio con meno di 250 metri quadri ho solo sin da allora l’obbligo di rispettare il calendario di chiusura annuale del comune (massimo 7 giorni con deroghe rispetto al calendario), apertura massima di 13 ore al giorno (non ce la farei a farne di più) e 52 per settimana. Lo scorso anno ho lavorato 314 giorni su 365, calcolando ferie estive, chiusure obbligatorie e domeniche (poche) di chiusura. In pratica da ottobre a maggio faccio praticamente sempre 7 giorni su sette, escluse le chiusure obbligatorie. Quindi per me non cambia nulla. Cambia per chi deve pagarsi le commesse, magari in lavoro serale, ma non penso che nessuno qua in Gallarate sfrutterebbe tale opportunità».

Utopia
«Sinceramente e da negoziante le posso dire che la liberalizzazione di cui si parla sarà solo un’ulteriore utopia – si sfoga Ivana Todeschini,  fiorista a Legnano – E’ inutile allargare orari di apertura e restringere le tasche di chi compra. Se venderò un mazzo di fiori lo venderò alle 15 o alle 21, ma sempre sarà questa la mia vendita. se vogliamo parlare di piccoli negozi come il mio, di negozi che si reggono già su equilibri instabili e precari. Mi creda non voglio lamentarmi, so che ci sono altre attività che hanno problemi ancor più grandi. Ma io che ho collaboratori già a part-time come posso allargare ore di lavoro se già fatico a pagare quelle che facciamo? Credo che solo la grande distribuzione potrà avere vantaggio da questa opportunità. Pensiamo anche alla sicurezza, che non è un argomento tanto scontato… si immagina io o la mia collaboratrice qui da sole nella periferia, senza negozi o attività vicine, magari in un giorno come oggi, con la nebbia alle 21 ??? e chi ci sta qui??? Mi scusi se sono stata prolissa ma mai come in questi tempi si riflette poco e si parla troppo… bah, staremo a vedere.. d’altronde non possiamo fare altro.. no??»

Potremmo già farlo, ma non ci serve
«A dire il vero noi fioristi di fatto la liberalizzazione degli orari l’abbiamo avuta diversi anni orsono, per cui avremmo potuto fare 365 giorni l’anno di aperture già da prima del decreto Monti – conferma Marco Introini,  titolare del negozio IFioriPerDire… di Gallarate – Quello che si verifica in pratica è che l’utenza è sempre quella: per cui, se i fabbisogni non crescono, l’offerta di orario alla fine serve a poco. Lo dico perchè durante il periodo prenatalizio con il mio negozio sono rimasto aperto le domeniche e l’ultima settimana prima di Natale faccio l’orario continuato 9-19.30. Normalmente è apprezzato dalla clientela , ma con la riduzione della capacità di spesa, ti posso garantire che quest’anno è servito veramente a poco. Sulla mia attività finora l’estensione degli orari ha dato modesti risultati, diversa sarà la faccenda con le aperture della Grande distribuzione che "potrebbero" (ma è tutto da dimostrare) fare da volano. Rimane il fatto che se le famiglie si trovano a dover tirare la cinghia, non so a che possano servire orari di servizio così dilatati, boh? se la capacità di spesa è ridotta, quella è e quella rimane. L’unica cosa che aumentano sono i costi fissi a causa delle maggiori aperture. . .vedremo nei prossimi mesi».

Sono da sola
«Io purtroppo lavoro da sola e non ho dipendenti, quindi sfrutterò l’occasione solo limitatamente alle mie forze fisiche» – Federica Mastrapasqua del negozio varesino "Petali preziosi" tenta di estendere la sua disponibilità al meglio possibile, ma ammette: «Io sono già aperta tutti i giorni, week end e lunedì compresi. Diciamo che nel periodo estivo potrei decidere di sfruttare magari l’orario serale, ma non tutti i giorni. E poi potrei stare magari aperta qualche domenica in più durante tutto l’anno e non solo nel periodo natalizio».

Si lavorerà a natale? Per i piccoli è un male
«Liberalizzazione non significa mancanza totale di regole, e con questo decreto pare che non esistano più vincoli di orario e di giorno di apertura. Penso al giorno di Natale, al Primo Maggio, a Pasqua, giorni significativiin cui ci saranno moltissime persone costrette a lavorare… – commenta Alessandra Ceccuzzi, ultima generazione della famosa gioielleria di Busto Arsizio –  L’Italia è un paese pieno di piccole e micro imprese, che con questo tipo di politica verranno penalizzate, perché non dispongono di personale sufficiente per reggere orari simili. Oltretutto con la legge che c’era, non c’erano particolari restrizioni se non appunto per alcuni giorni dell’anno che erano intoccabili, e per le ore notturne…dubito che gli italiani vadano in giro di notte a fare la spesa… Comunque, credo che non utilizzerò la possibilità di tenere aperto, anche per rispetto delle persone che lavorano con me e delle loro famiglie».

Siamo già aperti sempre
«Noi siamo un pub, a noi la liberalizzazione degli orari tocca ben poco: siamo aperti sei giorni su 7 , con orari da pub dalle 8 di mattina alle 2 di notte…. – Aggiungono quelli del Donegal pub di Gallarate – Non pensiamo certo di prorogare l’apertura, la domenica è il nostro giorno di chiusura e riposo, ma in occasioni molto particolari siamo aperti……. cosa possiamo dare di più?»

Ci guadagna solo la gdo
«Da questo provvedimento ci guadagna solo la Grande distribuzione in quanto può gestire il personale con la massima libertà utilizzandolo all’occorrenza, fatto improponibile ai piccoli in quanto non gode delle stesse opportunità – commenta più "politicamente" Alessandro Milani, cartolaio in via san Martino a Varese – Il futuro che si va a delineare è quello di un diradamento dei piccolo negozi fino all’estinzione delle gestioni famigliari. Questo produrrà un monopolio della GD e delle catene producendo l’effetto di una gestione dei prezzi che andrà a discapito dei consumatori; l’esatto contrario di quanto si vorrebbe realizzare.  Siamo in tanti in ginocchio e questa non è la ricetta per farci rialzare, ma per stenderci definitivamente»

Senza soldi è inutile
«Il problema non è certamente che la gente non ha tempo per fare shopping ma bensì il fatto che non ha soldi, serenità e fiducia nel futuro – spiega Marco Parravicinigioielliere in Varese e fiduciario Ascom – I piccoli commercianti che anno dopo anno stanno sparendo vantavano un personale qualificato e fidelizzato che manteneva lo stesso posto di lavoro anche per decenni, mentre oggi non è più cosi. Ci avevano raccontato 10 anni fa la favola che se avessimo costruito l’Europa unita ci sarebbero stati indiscutibili vantaggi ed invece grazie ai vari governi di tutti gli stati e di tutti i colori siamo arrivati a questo punto». 

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Pubblicato il 03 Gennaio 2012
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