Gli antagonisti e il caso Uva, presidio e polemiche

Il 20 febbraio manifestazione davanti al tribunale. Ma le associazioni che hanno fin qui seguito la vicenda non gradiscono l'estremizzazione della vicenda

Una serata in via Cavour, per parlare di Giuseppe Uva: ospite Lucia Uva e Domenica Ferruli, due donne che lottano per vedersi riconosciuta giustizia per la morte dei loro cari, mentre erano in custodia alle forze dell’ordine. L’incontro di ieri è stata interessante ma dai toni forti. Lucia Uva, tra l’altro, ha annunciato che è stata invitata il 23 febbraio a parlare a Vienna dai radicali. 
Gli organizzatori della serata hanno promesso un «presidio solidale», per il 20 febbraio alle ore 9, davanti al tribunale di Varese. Il manifesto della serata era molto aggressivo, «Sappiamo chi è stato». Un allusione contro le forze dell’ordine. Gli organizzatori si firmano «Collettivo autonomo varesino». I toni e le locandine anonime non sono piaciuti al presidente dell’Arci di Varese, Giulio Rossini, che qualche giorno fa ha criticato con un messaggio affisso nella sede varesina di Filmstudio 90 (foto) l’esposizione di una locandina sul tema, senza che fosse chiaramente riconoscibile chi fosse l’organizzatore.  
Il presidio in piazza degli antagonisti viene considerato un modo per alzare la tensione che non gioverebbe al vero obiettivo della famiglia Uva.
Il gruppo di associazioni che fino a questo momento ha tenuto alta l’attenzione 
sulla storia di Giuseppe Uva ne è estraneo , ovvero Sel, Arci, Antigone, A buon diritto e altri. Su questo fronte si sono spesi giornalisti come Filippo Vendemmiati, il presidente di Arci Giulio Rossini, il consigliere comunale Andrea Civati, il penalista varesino Fabio Ambrosetti e l’avvocato ferarrese Fabio Anselmo che difendeno la famiglia Uva, Sonia Brunelli delle segreteria provinciale di Sel e altri.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 11 Febbraio 2012
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