Niente cultura, niente sviluppo

Cinque punti per una costituente che riattivi il circolo virtuoso tra conoscenza, ricerca, arte, tutela e occupazione. Nel frattempo i “mecenati” varesini si organizzano. La proposta l'ha lanciata due settimane fa il «Sole 24ore Domenica», il più autorevole inserto culturale della stampa italiana

La proposta l’ha lanciata due settimane fa il «Sole 24ore Domenica», il più autorevole inserto culturale della stampa italiana. Il titolo in prima pagina era inequivocabile: «Niente, cultura, niente sviluppo» e a seguire «cinque punti per una costituente» che riattivi il circolo virtuoso tra conoscenza, ricerca, arte, tutela e occupazione. Fatta in tempi di crisi questa proposta assume ancora più significato ed è una risposta secca a una certa politica che, ritenendo la cultura in senso lato (arte, conoscenza, ricerca) qualcosa di superfluo, non ha fatto altro negli anni che tagliare le risorse ad essa destinate.  
Eppure la storia ha insegnato che denaro e bellezza, seppure siano degli opposti, non sono in contrasto tra loro, anzi. Una recente mostra a Palazzo Strozzi a Firenze dal titolo "Denaro e bellezza. I banchieri, Botticelli e il rogo delle vanità" aveva proprio come tema il rapporto tra economia e arte nel Rinascimento, dove il ruolo dei "benestanti" fiorentini è stato determinante per lo sviluppo della città considerata la culla della cultura occidentale.
Se è vero che l’intervento pubblico ha un effetto motivante sui possibili “mecenatiprivati è anche vero che questi ultimi, quando il pubblico latita, tendono a organizzarsi anche fuori dal palazzo. A Varese ci sono iniziative interessanti, che vedono come protagonisti imprenditori, professionisti e semplici appassionati, espressione di quella che un tempo sarebbe stata etichettata "borghesia illuminata". Ne citiamo due in particolare per i tanti elementi in comune che hanno tra loro. Si tratta di proposte musicali di alto livello che hanno coinvolto, a distanza di un mese l’una dall’altra, artisti presenti sulla scena internazionale.
Il 3 febbraio scorso le note del raffinato e malinconico fado portoghese hanno risuonato nel cuore della Città Giardino. Fabio e Valeria Repossi, dopo aver letteralmente trasformato la propria casa in una sala concerto, hanno accolto amici e conoscenti con l’entusiasmo e l’attenzione che in genere si riservano ai momenti importanti della vita. «Questa musica è cibo per la mente – dice Fabio Repossi (foto  a lato) –. Volevamo regalare un momento di bellezza e condividerlo con gli altri». E ci sono riusciti. Mentre fuori la temperatura era scesa abbondantemente sotto lo zero, la voce avvolgente di Sofia Ribeiro, accompagnata dalla chitarra di Bartolomeo Barenghi, musicista capace di spaziare con una naturalezza sorprendente dalla musica tradizionale brasiliana (da Vinicius De Moraes a Gilberto Gil) ai classici del jazz americano, ha scaldato le menti e i cuori dei presenti.
Per Barenghi, varesino di nascita e spagnolo di adozione, è stato un ritorno alle origini, considerato che ormai da anni, dopo una laurea alla Bocconi di Milano e il diploma in chitarra, si è stabilito a Barcellona dove vive e insegna al conservatorio.
A jazz piano night” si terrà invece il 9 marzo prossimo al Teatrino Santuccio di Varese. Anche in questo caso l’iniziativa è di un privato che non fa il promoter di professione. Aldo Cappellari porterà sul palco del Santuccio (ingresso libero) Paolo Alderighi e Stephanie Trick, duo pianistico jazz già conosciuto a livello internazionale. Per uno strano gioco di destini incrociati anche Alderighi, come Barenghi, si è laureato alla Bocconi in economia per le arti. «La mia è pura passione – conclude Cappellari –. In un momento come questo mettere dei soldi di tasca propria per proporre dell’arte è un messaggio importante. La bellezza puo’ salvare il mondo».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 28 Febbraio 2012
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