Crolla muro in un cantiere, muore operaio
La vittima è Maurizio Filaferro, un carpentiere esperto di 48 anni. Stava lavorando proprio nei pressi della parete crollata in un cantiere di via Ticino. Inutili i soccorsi, sarebbe morto sul colpo
Un operaio di 49 anni è morto in seguito al crollo di un muro all’interno di un cantiere in viale Ticino a Gavirate (nella foto il luogo della tragedia). Il fatto è avvenuto attorno alle 11,15 di questa mattina, sabato. Il lavoratore è stato immediatamente soccorso da un’ambulanza e un’automedica del 118 accorse sul posto insieme ai Vigili del Fuoco che lo hanno liberato dalle macerie del muro crollato ma non c’è stato niente da fare, il decesso è avvenuto sul colpo. Inutili i tentativi di rianimarlo sul posto. In via Ticino sono intervenuti anche i Carabinieri di Gavirate per ricostruire la dinamica dell’incidente.
La vittima si chiama Maurizio Filaferro, di 48 anni. L’operaio carpentiere era considerato un lavoratore esperto e stava disarmando una bocca di lupo di un muro che era stata realizzata ieri quando, durante l’operazione di disarmo, gli è crollata addosso l’intera parete. «Una cosa inspiegabile – dicono i suoi colleghi di lavoro ancora scossi – perché lui era uno che faceva da trent’anni questo lavoro. Il cantiere è un biliardo da quanto è pulito e in ordine. Si rispettavano tutte le norme di sicurezza».
Mario è friulano ed è lo zio di Maurizio. Parla come uno che ne sa, oltre ad essere coinvolto affettivamente: «Ho costruito mezza Varese e tutta la nostra famiglia lavora nella carpenteria – racconta con le lacrime agli occhi – il papa’ di Maurizio aveva otto figli e diversi di loro sono del mestiere. Se Maurizio era capo-cantiere vuol dire che aveva tanta esperienza. Ha disarmato e li sotto non c’erano ferri. Mio nipote era un gran lavoratore, lascia una figlia grande». Adelio è il cugino di Maurizio e ha un’impresa che si chiama "Friulana" perché «noi siamo tutti friulani – racconta – e abbiamo l’edilizia nel cuore ma non si può morire così. Maurizio lavorava in questa cooperativa da poco».
Flavio Nossa, segretario provinciale degli edili CGIL: «Negli infortuni mortali non credo alla fatalità. C’è da capire cosa ci facessero gli altri operai nel cantiere. Stiamo poi parlando di un lavoratore esperto ed è chiaro che si voleva una accelerazione di lavori. Nel giro di un paio di mesi è il secondo mortale e questo ci allarma perché pur di lavorare si abbassano le difese per garantire la sicurezza». Pjerin Brahimaj è delegato della Fillea e seguiva questo cantiere: «L’attenzione non è mai troppa. Nei cantieri le cose si prendono un po’ alla leggera e quando succede qualcosa di grave, succede una volta sola. Aspetteremo le indagini sia dell’Asl che del magistrato».
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