Fumagalli: “Avevo delle amiche, ma non feci pressioni per assumerle”

L'ex sindaco interrogato in aula nel processo a suo carico per peculato e concussione. Ha affermato di non aver aver mai ordinato viaggi per scarrozzare le amiche e ha negato ricatti

Si difende su tutta la linea, Aldo Fumagalli, l’ex sindaco accusato di concussione e peculato, interrogato oggi, e che ha sostanzialmente negato di aver fatto pressioni su Augusta Lena della Cooperativa 7laghi perché assumesse o ospitasse sue amiche straniere, così come ha scaricato sull’autista la responsabilità di avere fatto ospitare nella casa dei poveri comunale di via Vetta d’Italia, una romena che aveva rapporti di amicizia con lui.
Fumagalli ha confermato le sue frequentazioni con ragazze straniere ma le ha classificate come amicizie private che nulla avrebbero a che vedere con il suo ruolo di sindaco e ha negato, in aula, di avere utilizzato l’auto blu per andare a trovare delle donne. I viaggi dalle amiche a Travedona erano per lui sempre effettuati in pause pranzo autorizzate; ha contestato le dichiarazioni dell’ex amico, l’imprenditore Pasin (il testimone aveva affermato che l’imputato ospitava prostitute a Travedona) e si è dichiarato sempre corretto.
Il pm Agostino Abate ha ricordato una serie di viaggi ricostruiti dagli autisti, in cui l’auto comunale fu inviata a prendere delle donne. Fumagalli si è difeso affermando che in almeno due casi alle ragazze furono dati dei passaggi durante viaggi istituzionali (un incontro al comune di Monza e una visita alla regione Lombardia a Milano) anche se non ha escluso che una volta l’auto comunale fu inviata a Gallarate per una donna.
L’autodifesa è diventata un vero e proprio attacco contro i suoi ex autisti quando si è parlato della casa di via vetta d’Italia dove due ragazze romene furono ospitate senza averne i titoli. Secondo Fumagalli fu un’idea del vigile Napoli, che a sua volta era diventato amico di una romena, e durante un viaggio in macchina gli paventò la possibilità di ospitarla nella casa. Il sindaco afferma che lui non se ne occupò e che chiese di verificare se c’erano i requisiti per accoglierla. L’ex borgomastro ha poi sostenuto di non aver mai parlato con il funzionario Pieretti, che si oppose a questa indebita permanenza, e addirittura ha affermato che nel 2002 non sapeva neanche chi fosse il dottor Pieretti (testimone nelle udienze precedenti), nonostante fosse già sindaco del comune da 5 anni.
Fumagalli aggiunge di non aver mai parlato nemmeno con il funzionario Francesco Spatola che a testimonianza aveva ricordato delle pressioni per tenere in quella casa l’amica del sindaco.
E l’accusa di aver fatto pressioni su Augusta Lena per farle ospitare un’altra amica romena? Tutto falso, fu la stessa signora Lena, di cui era grande amico, a dirgli in passato che era disponile ad aiutare o assumere ragazze in caso di bisogno. Interrogata in aula Augusta Lena, che a quel tempo aveva un appalto con il comune di Varese, ha invece affermato il contrario, e cioè che in alcune occasioni si trovò la richiesta di Fumagalli di assumere amiche straniere, e che dovette mettere a disposizione la casa di via Marzorati perché temeva di perdere quell’appalto, cosa che poi avvenne.
Resta da capire perché tutti i testimoni finora interrogati abbiano fornito versioni diverse da Fumagalli. L’imputato ha una sua tesi: a suo parere i due ex autisti erano diventati suoi confidenti e forse temevano che venisse loro imputato qualcosa, mentre la Lena avrebbe del risentimento personale perché perse l’appalto comunale. Quanto all’ex amico Pasin, Fumagalli ha confermato che i due hanno litigato. Anche l’episodio di Stresa, per l’imputato è diverso, quando cioè i due andarono in un hotel con l’auto blu e chiamarono delle escort. In quel caso, ha detto Fumagalli, la realtà sarebbe specchiata: fu riaccompagnato a casa dalla mamma dell’imprenditore.

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Pubblicato il 27 Marzo 2012
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