Alexandra chiede i danni al comune

Danni per 800mila euro durante l'alluvione del 2009. Citati comune, regione e agenzia interregionale per il Po. L 'imprenditrice fa ancora lo sciopero della fame ma ora solleva anche il caso davanti ai giudici

Alexandra Bacchetta, l’imprenditrice che da 10 giorni sta facendo lo sciopero della fame davanti alla prefettura, ha denunciato il comune di Varese, la Regione Lombardia e l’Agenzia interregionale per il fiume Po, quali responsabili del mancato controllo degli argini del fiume Olona. Il corso d’acqua impazzito originò l’esondazione e la distruzione del suo albergo, Ca de Santi, il 15 luglio del 2009. La donna autofinanziò i lavori di bonifica e il ripristino dell’attività e non licenziò nessuno. Sperava in un rimborso da parte dello stato o della regione, che però non ha avuto secondo quanto le era stato prospettato. Per sollevare l’attenzione sul problema, da lunedì 26 marzo, ogni giorno staziona davanti alla Prefettura di Varese con un cartello di protesta, e si rifiuta di mangiare. Lo sciopero sta coinvolgendo tanta gente e giovedì sera sarà ancora invitata alla trasmissione di La7 “Piazza Pulita”, che ha deciso di sostenerla nella sua battaglia, facendone un caso simbolico.
L’atti di citazione è stato notificato oggi presso il tribunale regionale delle acque pubbliche di Milano, competente per materia. Alexandra Bacchetta chiede 800mila euro di danni. E’ la seconda causa civile, perché ha in corso da tempo una controversia con la sua assicurazione che non ritiene di doverle pagare i danni per l’alluvione. Fino a ieri non aveva voluto mettere di mezzo gli enti pubblici a cui stava contemporaneamente chiedendo un aiuto ma ora ha cambiato strategia. Nella denuncia presentata dal suo avvocato, Marina Curzio, spiega che gli argini del fiume non hanno tenuto e che una responsabilità chiara emergerebbe, in capo al comune di Varese, per la mancata manutenzione del muro di cinta del parco di Villa Toeplitz, che, marcio a causa dell’acqua, fece franare la collina nel fiume aumentando la portata della piena, e concorrendo pesantemente nella successiva esondazione.
La tesi, secondo gli avvocati, è suffragata da una perizia di parte contenuta nella denuncia. L’Agenzia del Po è stata citata perché è l’ente deputato a curare gli argini, mentre la Regione è stata chiamata in causa anche per la gestione dell’emergenza che i denuncianti considerano errata. La denuncia fa riferimento agli articoli 2015 del codice civile (danno cagionato da cosa in custodia) e il 2043 che regola il risarcimento danni.
La lotta di Alexandra è veramente determinata. E parte da una delusione personale: «I politici di Varese mi avevano detto di avere pazienza – racconta – che i fondi per l’emergenza c’erano, e che presto sarebbero arrivati, dovevo solo avere un po’ di pazienza. Lo hanno dichiarato sui giornali – spiega – e io avevo fiducia. Se ho deciso di attuare questa protesta estrema, è perché ho capito che non avrò mai una lira. Quello che voglio è che i politici vedano come siamo ridotti».
Molti cittadini hanno dimostrato i ricevuto la visita di diversi cittadini. Alcuni mi dicono di andare avanti, altri mi portano  

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Pubblicato il 04 Aprile 2012
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