Raccolta differenziata, arrivano i richiami. Come evitare problemi

Dopo i primi “adesivi gialli” gli avvertimenti di non corretta raccolta differenziata, abbiamo provato a confrontarci con Aspem sugli errori più comuni riscontrati in questi primi giorni di campagna

Il cartellino giallo apposto da AspemPrime settimane di raccolta differenziata “col bollo” a Varese e nei comuni serviti da Aspem, e primi adesivi gialli – gli avvisi da parte di chi raccoglie che la raccolta differenziata non è stata eseguita correttamente – piovuti nei condomini e nelle case.

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Cartellino giallo, rosso, verde per “Varese, Fai la differenza” 4 di 4

Adesivi che, però, non spiegano nei particolari qual è l’errore che ha causato “l’ammonizione”: abbiamo così cercato di fare il punto della situazione con la società, per evidenziare perlomeno quali erano gli errori più comuni, e fugare i primi dubbi sorti tra gli utenti. Con l’intenzione di farne il più possibile “un servizio pubblico”: apriamo così anche i commenti, dove potrete inserire le vostre domande (solo domande, non critiche: per quello rivolgetevi direttamente al servizio clienti!). Proveremo a rispondere tutti insieme, o ci faremo carico di chiedere ad Aspem di rispondere ai vostri dubbi. Ma andiamo con ordine: proviamo a vedere quali sono i primi errori possibili, in ognuno dei sacchi e dei contenitori della raccolta.

I SACCHI VIOLA
Sono i sacchi del “secco” o dell’indifferenziato”: ci sta dentro tutto quello che non sta nei sacchi specifici. «Rappresentano il 40% dei problemi della raccolta differenziata» precisano dall’Azienda «Soprattutto perchè troppo spesso si trovano ancora dentro bottiglie di plastica, lattine e soprattutto umido che essendo pesante alza di molto la quota di indifferenziato».

L’umido non va assolutamente lasciato nel sacco viola, anche se «Purtroppo, è ancora tanta la percentuale di umido che troviamo nell’indistinto»: l’unica cosa alimentare che viene accettata nell’indifferenziato sono i gusci delle cozze e delle vongole, che pur essendo organiche sono impossibili da smaltire con il resto e quindi vanno nel sacco viola. Il cartone della pizza che per definizione è di carta, se è troppo unto o ha resti di pizza attaccati va a finire nel sacco viola. se invece è pressocchè pulito si può gettare normalmente nella carta. Nel dubbio, buttatelo nell’indistinto, ripiegandolo un po’. Vanno nell’indistinto tutti i tessili: mutande rotte e calze bucate vanno direttamente nel sacco viola. Da segnalare che, contrariamente a quanto avviene in altri casi di raccolta differenziata, «la presenza di sacchetti opachi dentro a sacchetti viola non è motivo di avvertimento» cioè non sono da “cartellino giallo”. «Quando sull’opuscolo scriviamo che da maggio non è più possibile usare sacchi neri, intendiamo i sacchi da 110 litri neri e spessi che si usavano una volta – precisano da Aspem – Quelli sì che non si possono usare proprio più, mentre invece in molti li usano ancora. Sacchi interni opachi sono tollerati, non è necessario buttare i sacchetti già acquistati per prenderne di semitrasparenti. Per facilitare la verifica e avere tutti un pensiero in meno, in caso di nuovi acquisti è comunque meglio privilegiare i sacchetti semitrasparenti, anche se non è un obbligo»

NEL CONTENITORE DEL VETRO
Il vero errore, quello che manda in crisi chi si occupa della raccolta del vetro, è trovare nel contenitore ceramica, piatti rotti e vasi in cotto: «Quelli sono assolutamente da non mettere insieme al vetro: chi ce lo ritira ci spiega che è un grosso problema. Anche i tappi di sughero non vanno lasciati assolutamente insieme alla bottiglia di vetro: questa sostanza é nemica del vetro. Il tappo di sughero va buttato a parte nel sacco viola. Stesso discorso – anche se una volta ci si comportava diversamente – vale per i coperchi dei barattoli in vetro e i tappi della birra: ora l’alluminio e il metallo vanno nel sacchetto giallo, quello della plastica.
Non è un grande problema invece se i vetri vengono depositati nel contenitori apposito dentro a un sacchetto di plastica: il sacchetto dovrà essere rimosso, ma non è “peccato grave”. Tanto per intenderci, non viene messo il cartellino giallo solo per questo. Vale però la pena di mettersi una mano sulla coscienza e nel frattempo ragionare su come evitare di usare il sacchetto: per esempio, portando le bottiglie volta per volta nel cassonetto, se se ne usano poche, invece di accumularle in un sacchetto di plastica che gira per giorni in casa.

IL CONTENITORE DELLA CARTA
«Il più grande problema è rappresentato da quelli che dividono si correttamente la carta, ma poi la depositano nel contenitore dentro a un sacchetto di plastica – spiegano in Aspem – quel sacchetto costa molta fatica separarlo. Per gli smaltitori è un problema serio, ed è un errore decisamente da bollino giallo. Un altro problema è quello del cartone da imballaggio smaltito giustamente nella carta, ma con dentro il polistirolo. Va malissimo: il polistirolo va assolutamente separato e, se non è in quantità consistenti, va smaltito con la plastica. Quantità giornaliere abbondanti di polistirolo vanno addirittura smaltite in altro modo: ma questo capita soprattutto nelle aziende».
Non deve preoccupare più di tanto invece il sacchetto del pane o la busta con inserita una finestrella di plastica: quello può andare tranquillamente nella carta, anche se il non plus ultra sarebbe separare i due componenti. «Quantità del genere non sono un problema da separare, e non c’è cartellino giallo per quello» spiegano.
Il cartellino giallo invece arriva se si mettono contenitori di tetrapack nella carta: quelli, per Aspem, sono da smaltire nel sacco giallo. Una precisazione necessaria, perchè il tetrapack – i contenitori del latte, per intenderci – viene smaltito in alcuni paesi nella carta e in altri nella plastica: a Varese e limitrofi, sotto la gestione Aspem, il tetrapack è decisamente plastica, ed è cartellino giallo per chi, magari per abitudini pregresse, inavvertitamente lo mette nel cartone.

IL SACCO GIALLO “DELLA PLASTICA”
Apparentemente, il sacco giallo della plastica è il più semplice di tutti: ci va la plastica. Ma non è così, e alcuni errori fondamentali vengono fatti anche li.
Innanzitutto, non ci va soltanto la plastica: ma anche l’alluminio, il tetrapack e il polistirolo, anche se solo in piccole dosi, come spiegato altrove.
Dopodichè «Nel sacco giallo vanno solo gli imballaggi in plastica, non i contenitori o i componenti plastici: per intenderci, ci vanno quei contenitori in plastica che quando si comprano hanno dentro il contenuto, e vengono smaltiti dopo averli svuotati proprio di quel contenuto». Nel sacco vanno quindi le bottiglie delle bibite, i sacchetti dei surgelati, i contenitori del supermercato compresi quelli che hanno componenti in metallo visto che vanno tutti nello stesso sacco, e anche quelli in polistirolo. Ci va il vasetto dello yogurt, compresa la linguetta metallica sopra. Ci va lo shampoo, ci vanno le lattine, ci va persino il foglio di alluminio usato. Anche il blister dei farmaci è plastica: si può quindi buttare nel sacco giallo, purchè sia completamente svuotato del contenuto.
Non ci vanno invece i bicchieri, le posate e i piatti di plastica. E non ci devono andare nemmeno i contenitori tipo tupperware, il thermos di plastica, le canne da giardino per l’acqua, la bacinella per lavare i panni, i giocattoli dei bambini di plastica. 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 10 Aprile 2012
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