La Varese che sniffa compra la coca al bar

Un fenomeno che colpisce: il corriere peruviano la porta sull'aereo e la vende al pusher varesino. Diluita e addizionata finisce ai consumatori della nostra città

Ci sono alcuni bar di Varese dove si può acquistare droga. La circostanza è confermata anche dall’operazione Nazca. L’indagine è iniziata nel 2009 e la squadra mobile ha realizzato una certosina analisi di un gruppo di spacciatori di cocaina, individuati grazie a una fonte confidenziale che ha indicato nel peruviano di via Bixio il terminale più importante. Ma Alberto Giancarlo Lopez Maldonado è solo la pedina di un ingranaggio più grande. (nella foto, uno degli arrestati in questura)

I pedinamenti e gli arresti (Video)

La droga dei peruviani infatti aveva anche una base in via Padova a Milano dove era stata già scoperta una raffineria per la cocaina durante l’operazione “Waching machine”.

Ma quello che più riguarda Varese sono i luoghi dello spaccio. Nelle loro attività di osservazione, gli agenti della squadra mobile hanno visto scambi in un locale di viale Borri, in viale Belforte e in via Sanvito. Appuntamenti della Varese che sniffa. Se ci mettiamo anche il bar di via Puccini dove è stato scoperto, in un’altra operazione, un barista che vendeva cocaina a una nota assicuratrice della “Varese bene”, viene da pensare che il fenomeno sia di vaste proporzioni. Ci sono anche le coincidenze curiose: uno degli arrestati abita infatti a 100 metri dalla caserma della guardia di finanza di Varese.

C’è anche un altro dato che colpisce. La filiera della droga è infatti internazionale e mondializzata. Da Nazca, in Perù, partiva la mente dell’organizzazione. La moglie abitava a Sesto San Giovanni. C’era un facchino infedele a Linate che con il tesserino della zona doganale poteva far sparire le importazioni senza passare dai controlli (e che si era preso una sbronza tanto da esser sospeso dal servizio creando più di un apprensione nei colleghi di spaccio). Ma ci sono anche i varesini che acquistano da questi importatori.
I corrieri portano fino a 6 chili a volta, ma poi, una volta arrivata a Milano e raffinata magari in via Padova, la cocaina viaggia di casa in casa, tra gli spacciatori, e a ogni passaggio diventa un po’ meno pura e un po’ più pericolosa. Bisognerebbe quindi capire ad esempio in che stato arriva la “roba” ai fornitori di medio cabotaggio varesini, come Alberto Silvestrin, che, secondo quanto risulta dal materiale probatorio raccolto dal pm Tiziano Masini, era in grado di cedere cocaina a un discreto numeri di conoscenti.

Tutti gli arrestati (video)

Già durante la grande inchiesta “Dagadrée” il pm Masini aveva indagato sul vizio della Varese che sniffa, dove gli operai usciti dal fabbrica si mettono a “smazzare” senza ritegno, o dove alcuni smettono proprio di lavorare onestamente – che oltretutto oggi è mestiere in estinzione – per darsi allo spaccio puro. Buona parte degli arrestati (sono solo accusati per ora) sono mestieranti puri della droga, che per un problema di classificazione giuridica non sono stati indicati come un’associazione per delinquere dal gip di Varese, come invece aveva stabilito in un primo momento il gip milanese.
 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 25 Maggio 2012
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