“Non c’è piacere senza passare dal corpo”
Pubblico delle grandi occasioni alla Piccola Fenice per l'incontro con lo psicanalista Riccardo Marco Scognamiglio. Tema della serata "Il pensiero del corpo"
"L’essere umano è colui che deve vincere il peso del corpo". Una nuova definizione di autocoscienza, in piena linea con il titolo della serata "Il pensiero del corpo", che ieri ha visto una Piccola Fenice sovraffollata (quasi da record) di attentissimi spettatori (molti i giovani), giunti nel Centro di cultura creativa di Silvio Raffo ad ascoltare la conferenza di Riccardo Marco Scognamiglio, psicoanalista, psicosomatista, fondatore e direttore dell’Istituto di Psicosomatica Integrata di Milano , membro della Society for Psychoterapy Research e dell’International College of Psychosomatic Medicine.
Scognamiglio, autore tra l’altro del densissimo quanto illuminante volume "Il male in corpo" (Franco Angeli), ha sottolineato, col suo intervento, quanto ci si accorga (o ci si ricordi) di possedere un corpo soprattutto nell’esperienza del dolore, e ha tripartito questa esperienza in tre casi cruciali: il dolore vero e proprio, quello della malattia, dove il corpo viene percepito come obsistente, ovvero “mi si para davanti come qualcosa di strano che mi fa arretrare” (occorre precisare che Scognamiglio, data la sua formazione filosofico-musicale prima ancora che psicologica, ama le parole che “incarnano” il senso, pregnanti). Il secondo caso preso in esame è quello della inadeguatezza, caratterizzato dalla terzità: “siamo in tre, io, il corpo e l’Altro, che col suo sguardo mi fa sentire sempre fuori posto”. Infine c’è l’angoscia, quell’esperienza paradossale nella quale il corpo torna a casa, non lo si percepisce più come estraneo, ci si trova, senza più distanza prospettica, del tutto adesi a questo corpo che ha preso il sopravvento. Scognamiglio chiama questa esperienza iddità.
Parrebbe uno scenario poco solare (anche se poi l’Istituto di Psicosomatica Integrata ha la missione di dialogare con queste dimensioni del male in corpo), ma invece, la chicca finale: dopo una domanda di Silvio Raffo, se sia possibile un piacere in cui il corpo non c’entri, la risposta di Scognamiglio: “Non credo che esistano piaceri che non abbiano a che fare anche col corpo”.
Dunque questo corpo, così pesante, è anche la nostra via regia verso la letizia.
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