Il figlio del Luisun: “Ora i politici facciano un tour tra gli espropriati”

Il figlio della proprietaria del ristorante Del Ponte torna a chiedere attenzione per gli espropriati: "Noi siamo chiusi da novembre e banche ed Equitalia ci stanno addosso. Ci sentiamo abbandonati"

«Dopo tutti questi bei sopralluoghi nei cantieri perchè non organizzarne uno con la stampa, i politici e i vertici di Pedemontana per verificare come stanno gli espropriati?». Corrado Guzzetti, figlio della proprietaria del ristorante Del Ponte (meglio noto come Luisun), non ce la fa più e torna a porre il problema dello svincolo di Lozza che ha praticamente azzerato la sua attività, ferma ormai da novembre del 2011. Nei giorni scorsi gli operai di Pedelombarda sono entrati nel suo parcheggio per recintare la zona espropriata temporaneamente e a breve inizieranno i lavori per realizzare la strada provvisoria che passerà proprio a lato del suo ristorante, l’ennesima strada per chi in pochi anni si è trovato circondato da tutti i lati: «Adesso siamo davvero in grave difficoltà – spiega – chiedo a Pedemontana di fare presto, di certificarmi la situazione che mi ha creato anche per poter andare in banca e ad Equitalia a spiegare che non posso pagare».

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In banca non lo ascoltano, Equitalia ha già minacciato di pignorare l’attività, sua madre sta subendo danni psicologici non indifferenti e si è chiusa nel silenzio, a giorni dovranno pagare anche l’Imu sui terreni che gli sono stati espropriati: «L’Imu che dovrò pagare non sono poche centinaia di euro ma diverse migliaia – racconta disperato – qualche giorno fa ho avuto un incontro con i tecnici di Pedelombarda ma, per quanto riguarda i miei problemi economici mi hanno detto di fare riferimento a Pedemontana». E da Pedemontana, per il momento, Guzzetti non ha ricevuto risposta, così come dalla politica: «Due anni fa vennero da me Cattaneo, Regalia e nelle settimane successive anche altri politici di tutti gli schieramenti, poi sono passate le elezioni regionali e nessuno si è più preoccupato della mia situazione» – che di giorno in giorno si fa più drammatica.

Guzzetti indica la sua casa, a 100 metri in linea d’aria dal ristorante: «Una volta potevo andare da casa al ristorante passando dal mio terreno, oggi devo chiedere il permesso anche solo per tagliare il prato dell’ultimo pezzo di terreno che mi è rimasto e, quando realizzeranno la strada provvisoria, per entrare nella mia proprietà con l’auto dovrò fare un’infrazione al codice della strada. In più, fino ad ora, non ho ancora visto il becco di un quattrino». Guzzetti lamenta anche la mancanza di criteri certi per constatare quanto dovrà percepire da Pedemontana per i danni subiti all’attività: «Non lo sanno nemmeno loro – sbotta – e questo mi fa pensare male anche sulla professionalità degli uffici della società». Proprio nel corso dell’ultimo sopralluogo ai tunnel tra Lozza e Gazzada l’assessore Cattaneo aveva assicurato «che i soldi per gli espropriati sarebbero arrivati presto» ma Guzzetti non ci crede: «Non hanno ancora trovato i soldi per il secondo lotto delle tangenziali, figuriamoci se hanno i soldi per noi espropriati. Non sono l’unico in questa situazione, ve lo assicuro. Qui a Lozza siamo messi tutti così, in perenne attesa e con le nostre attività ormai distrutte». 

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Giugno 2012
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