Un campeggio diventato “città” ma nessuno se ne è accorto

Prima c’era una roulotte, poi sono comparsi i pilastri fissi e in seguito tantissime casette. Servirà tempo per capire, la giustizia farà il suo corso. Ma qualcuno deve dare spiegazioni

Prima c’era una roulotte, poi sono comparsi i pilastri fissi e in seguito tantissime casette. Quarant’anni fa, a inizio Anni Settanta, quando nacque il campeggio in riva al lago, tanti azzatesi osservarono la crescita senza controllo di quello che da camping divenne ben presto qualcos’altro. Delle promesse fatte ai cittadini del piccolo paese della Valbossa nemmeno l’ombra: ingresso agevolato all’area e piscina gratuita non si sono mai visti, mentre invece basta confrontare le foto dell’epoca con quelle scattate dall’elicottero pochi giorni fa per rendersi conto di quanto sia diventata grande l’area occupata da bungalow e roulotte, più o meno fissi, in una zona che sulla carta dovrebbe essere protetta e tutelata per il suo valore paesaggistico e ambientale.
I residenti e quanti hanno speso dei soldi per acquistare aree e piazzole sono rimasti stupiti dal provvedimento di sequestro e si chiedono come Enel, società del gas, Comune stesso abbiano potuto erogare servizi in un complesso che secondo gli inquirenti è in buona parte cresciuto senza regole e nell’abusivismo.
Lo dovranno spiegare gli amministratori che hanno gestito la vita del Comune dagli Anni Settanta in poi (Remo Bernasconi e Luigi Nicora sono morti, mentre potranno dire la loro i fratelli Giorgio e Fulvio Zocchi, Paolo Sessa e Giovanni Nicora, primi cittadini dal 1975 in poi): se abusivismo c’è stato, come è possibile che nessuno si sia accorto di nulla? Come hanno fatto gli amministratori di Azzate a non vedere le roulotte trasformarsi in vere e proprie abitazioni, pied-à-terre e così via? Come si può spiegare l’erogazione di servizi primari da parte del Comune in un’area che gli inquirenti hanno fatto chiudere perché irregolare? Servirà tempo per capire, la giustizia farà il suo corso e il Comune, amministrato dal sindaco Giovanni Del’Acqua, deciderà cosa fare delle persone che al “Sette Laghi” hanno l’unica casa a loro disposizione. Ma qualche spiegazione sulla gestione del passato ci dovrà essere.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 14 Settembre 2012
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