Campeggio fantasma, si allarga l’inchiesta
Depositato il 415 bis. Slittano intanto i termini per lo sgombero, la procura ha disposto che le domande potranno essere esaminate fino al 31 dicembre ma partono altre verifiche penali
Gli abitanti del campeggio di Azzate non saranno cacciati sabato mattina; venerdì scade l’ultimatum di 96 ore ma si tratta solo di un termine che serve per raccogliere le domande di chi vuole restare nei bungalow. In realtà l’aut aut per decidere della sorte dei “campeggiatori” è il 31 dicembre. Come si evince dalle modalità attuative del sequestro decise dal pm Massimo Politi. Vuole dire che entro la fine dell’anno il custode e amministratore dell’area sotto sequestro, ovvero il sindaco Giovanni Dell’Acqua, dovrà aver preso una decisione su tutte le posizioni aperte. I cittadini che chiederanno di rimanere dovranno dare una motivazione, e ci sarà precedenza verso i casi di indigenza, difficoltà economica, mancanza di un’altra casa, o altro. Ma alla fine le strutture abusive dovranno essere demolite, o trasformate, e l’area del camping dovrà tornare a essere appunto un campeggio con bungalow o roulotte semovibili.
Il procuratore capo Maurizio Grigo assicura che è stato fatto di tutto per non gettare i bisognosi in mezzo a una strada, a cominciare dai tempi così larghi, e dai criteri imposti al sindaco per valutare le domande, che sono ampiamente comprensivi, fermo restando la necessità di bilanciare i due interessi in gioco: l’obbligo di non permettere in futuro una reiterazione del reato (ad esempio l’utilizzo della fognatura abusiva) con il diritto ad avere una casa e un tetto sulla testa (di chi adesso non sa dove andare).
Ma ci sono anche delle concrete novità sul fronte delle indagini. Il pm Massimo Politi ha depositato il 415 bis, ovvero l’avviso di chiusura delle indagini nei confronti dei cinque amministratori della società “I Settelaghi”, a partire dal presidente Alessandro Scandroglio. I reati ipotizzati sono sei, ma la procura starebbe indagando ancora. Come d’altronde di evince dal provvedimento del gip saranno valutate le posizioni di tutti i 453 soci-azionisti; la Procura sta anche per intraprendere una serie di verifiche per capire se siano ravvisabili reati contro la pubblica amministrazione. Nel frattempo anche gli avvocati degli amministratori indagati hanno presentato al gip una istanza per contestare le modalità del sequestro.
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