La cura? No all’abbandono e soppressioni mirate

«Nel Regno Unito gli scoiattoli grigi sono trattati alla stregua dei topi: i proprietari di campi e fattorie sono titolati a sbarazzarsi in modo autonomo di questi animali». Qui da noi la situazione è un po’ diversa.
Adriano Martinoli è un ricercatore dell’Insubria e assieme ai colleghi liguri e piemontesi ha partecipato a stilare il rapporto sull’espansione dello scoiattolo grigio, specie alloctona (che viene da fuori) e minaccia quella nostrana, lo scoiattolo rosso. E cita l’esempio del Regno Unito (dove tra l’altro le associazioni che si occupano della tutela dello scoiattolo rosso godono di testimonial d’eccezione, come il Principe Carlo d’Inghilterra) non a caso: Martinoli sa che quello che sta per dire può turbare gli animi di chi ama gli animali, soprattutto di quelli più "carini", come gli scoiattoli. Un conto è parlare di debellare alcune specie alloctone, come la zanzara tigre, ma quando si parla di eliminare animaletti dagli occhi dolci e con le code all’aria, allora la questione è diversa.
Ma la realtà è sotto gli occhi degli studiosi di questi fenomeni, che hanno elaborato modelli di studio che non lasciano dubbi: in poche decine di anni questo roditore – lo scoiattolo rosso – potrebbe sparire dai nostri boschi: cosa fare?
«Due sono le strade da seguire – spiega il ricercatore dell’Insubria. In primo luogo la legge italiana già oggi proibisce di liberare le specie alloctone perché pericolose per l’equilibrio dell’ecosistema. Ma non è proibita la loro commercializzazione. Quindi chiunque può andare in un negozio e portarseli a casa. Ma le problematiche che comportano l’allevamento di questi animali sono diverse. Se l’acquirente non è informato o non ha gli strumenti per gestirli, la cosa più naturale che a mollti viene in mente è quella di aprire le gabbiette».
E qui sorgono i problemi, perché lo scoiattolo grigio è una specie altamente infestante.
«Per questo le Regioni Liguria, Piemonte e Lombardia hanno chiesto al Ministero dell’ambiente di predisporre atti normativi idonei per proibire il commercio di questi animali. A breve sarà pronto un decreto legge interministeriale, poiché della questione verrà investito anche il ministero dell’Agricoltura e quelli di Commercio Estero e Sanità».
E per gli animali presenti sul territorio?
«Si procederà a cattura e abbattimento con procedimenti eutanasici (soppressione con iniezione ndr). Soppressioni effettuate dopo la cattura da parte di guardie venatorie e operate da persone specializzate in appositi centri. Per questi animali che sono tuttora in libertà, è bene ricordare che l’Italia è stata già raggiunta a livello di Unione Europea da un “Case File”, da una procedura di infrazione della Convenzione di Berna. Si tratta di un trattato che l’Italia ha firmato per proteggere le biodiversità. Molti Paesi, come la Francia e la Svizzera, poi, temono che l’incremento della popolazione degli scoiattoli grigi sia tale da oltrepassare i confini così da prosperare e svilupparsi anche nel loro territorio».
Quando cominceranno gli abbattimenti?
«Nelle prossime settimane. La legge italiana prevede già gli strumenti per dare seguito alle catture e alle soppressioni, dopo il nulla osta da parte di parchi e provincie».