La storia dello spazzacamino che corre nel Sahara

Mario Paonessa, di Cadegliano Viconago, venerdì prossimo percorrerà 100 chilometri nel deserto tunisino. Obiettivo: entrare nella leggenda

mario paonessaCon le gambe sta su tetti e comignoli, ma con la testa è già in mezzo al deserto: Mario Paonessa, lo spazzacamino di Cadegliano Viconago ha voglia di leggenda. Dopo l’impresa dell’anno scorso, che lo vide raggiungere la Val Vigezzo, di corsa per 75 chilometri per ricordare la fatica che un tempo facevano i suoi colleghi, tra pochi giorni la prova sarà un po’ più dura: correre per 22 ore nel deserto tunisino. La corsa si chiama “100 km del Sahara, ma quest’anno verrà fatta non stop: nessuna tappa per la gara che solitamente, di anno in anno, si tiene nello spazio di una settimana.
«Con un gruppo di amici partiremo da Varese. Io sono in team con Roberto Pezzini di 61 anni, anche lui dell’Atletica Verbano e che ha la forza di un trentenne. Ma con noi partiranno anche Stefano Ruzza, (uno dei favoriti alla vittoria) e Raffaele Brattoli, già partecipante a gare estreme, anche di 250 km».
La gara partirà venerdì prossimo alle 17. Gli atleti estremi correranno di notte con una temperatura tra i 10 e i 15 gradi.corsa 100 km sahara
«Per allenarci abbiamo affrontato percorsi notturni. L’ultimo allenamento l’abbiamo fatto qualche giorno fa attorno al Lago di Lugano: siam partiti la sera per un percorso di 54 chilometri».
Come nasce l’idea di affrontare una super maratona di questo tito?
«Nasce dalla voglia di partecipare ad un’impresa estrema. Già in passato ho preso parte a corse in condizioni estreme. Due anni fa tagliai il traguardo della Chott Marathon, in un lago salato del Nord Africa: allora erano 42 chilometri, questa volta saranno più del doppio. »
Ma l’importante è vincere o partecipare? «L’importante è arrivare: non mi sono mai confrontato con gare di questo genere: la preparazione punta ad arrivare entro le 22 ore per entrare in classifica».
Cosa poterà con sè durante la gara?
corsa 100 km sahara«Il regolamento prevede un litro e mezzo d’acqua, un kit di sopravvivenza di 1500 calorie, un fischietto, un coltello multiuso, una lampada chimica e un k-way, niente di più.»
Nel percorso sono previsti ristori ogni 20 chilometri, ma la gara non sarà di certo uno scherzo «anche se da queste parti abbiamo il deserto nel sangue», dice Mario, pronto ad allacciarsi le scarpe.
Il percorso ricalcherà il vecchio tracciato della 100 km del Sahara a tappe, quello che per 10 anni è stato il teatro di tante sfide, la pista che unisce le oasi da Chenini a Ksar Ghilane: la particolarità di questo percorso sta nel fatto che per la maggior parte, il tragitto si snoda su piste in terra battuta, ma negli ultimi 15 chilometri i corridori devono farsi strada tra le dune di sabbia. La gara a tappe non è nuova alle fatiche degli atleti varesini: l’anno scorso Vittore Angelini, veterinario, partecipò ad inizio marzo alla “100 Km nel Sahara”; appassionato di triathlon e maratona, provò l’esperienza della "corsa estrema" che raccontò a Varesenews.

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Pubblicato il 24 Ottobre 2012
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