Nasce il “comitato spontaneo contro la tintoria”

Prende le distanze dal sindaco Leorato il comitato “No tintoria”, costituitosi lo scorso 24 ottobre contro il progetto di ampliamento avanzato dalla tessitura TMR di Cimbro

Riceviamo e pubblichiamo

Prende una posizione decisa il comitato spontaneo di cittadini, ribattezzato “No tintoria”, che lo scorso 24 ottobre si è costituito, riunendosi in un’affollata assemblea al circolo di Cuirone, per opporsi al progetto di ampliamento dell’azienda “TMR Cederna Fodere”. Il gruppo accusa di “strumentalizzazione” e di “banalizzazione” l’amministrazione comunale che, attraverso una conferenza stampa indetta il giorno dopo l’assemblea organizzata dal comitato, ha difeso la propria scelta di dare via libera al Suap, ovvero al procedimento attraverso il quale il Comune concederebbe al Piano Regolatore vigente la variante necessaria all’ampliamento.

Oggetto del contendere, in sostanza, sono gli ipotetici 10mila e 280 metri quadri di capannoni, vale a dire cinque fabbricati alti fino a 9 metri, che la “TMR Cederna Fodere” intende costruire accanto al proprio insediamento e che si aggiungerebbero agli attuali 5mila metri quadrati in via Stazione e via Lunga. L’azienda intende così centralizzare in un unico polo produttivo tutti i suoi reparti, ora dislocati in altri Comuni. Oltre alla tessitura, in un’area attualmente coperta da terreni agricoli e da boschi affacciati sul torrente Strona, confluirebbero, così, anche le attività legate alle purghe, alla rameuse e alla tintoria. Una prospettiva che preoccupa non poco i 40 firmatari del comitato “No tintoria”, decisi ad evitare che la questione si trasformi in una battaglia tra forze politiche avversarie.

I firmatari rimandano all’amministrazione l’accusa di strumentalizzazione, dato che il comitato non intende assumere alcuna connotazione politica. L’assemblea da esso indetta era aperta a tutti, tant’è che, tra i presenti, c’erano pure consiglieri della maggioranza in carica. Se la decisione di avviare il Suap risalga ai leghisti o agli attuali amministratori, al comitato poco importa: quella di “No tintoria” non è una battaglia politica, ma civile e non è ammissibile che venga sfruttata ad uso e consumo dei partiti che si fronteggiano in consiglio comunale.
In secondo luogo, i rappresentanti di “No tintoria” smentiscono le affermazioni di Leorato riguardo gli ipotetici vantaggi connessi all’ampliamento della TMR. Il sindaco ha fatto sapere che, grazie alla variante in discussione, il Comune incasserebbe denaro in oneri di urbanizzazione. L’amministrazione sa bene che se l’intento è recuperare risorse per il bene comune, potrebbe operare in maniera diversa e più vantaggiosa, sfruttando l’occasione del completamento del PGT ora in corso. Comunque sia, il Comitato ritiene che anche il PGT debba confermare la destinazione agricola oggi prevista e che tali oneri di urbanizzazione siano ben poca cosa rispetto al tipo di intervento previsto e alla tutela della salute.

In secondo luogo, Leorato giustifica l’utilità dell’ampliamento della TMR con la nascita di nuovi posti di lavoro, che salirebbero dai 25 attuali a 75. In realtà, poiché si tratta di un semplice trasferimento di stabilimenti, non è credibile che sorgano nuove opportunità occupazionali, a meno di ritenere che gli addetti attualmente impiegati dalla TMR nei suoi reparti lontani da Cimbro vengano tutti licenziati per essere rimpiazzati da nuove assunzioni. Il saldo, in questo caso, sarebbe pari a zero.

In terzo luogo, secondo Leorato la TMR si caricherebbe dei costi di ampliamento e di miglioramento del depuratore comunale. Eppure i documenti presentati nel rapporto ambientale preliminare al Suap evidenziano come l’attuale depuratore non sia affatto sottodimensionato essendo stato ampliato nel 2009 dal gestore AMSC: dunque, un nuovo depuratore servirebbe soltanto alle esigenze produttive della TMR.

Leorato, infine, sembrerebbe qualificare come virtuoso il comportamento del Comune, che ha assoggettato il definitivo “sì” al Suap alla produzione di una VAS (valutazione ambientale strategica). Tale iter, invece, è semplicemente obbligatorio per legge, dato che è stata richiesto dagli enti – Parco del Ticino, Asl, Arpa, Provincia di Varese e Comune di Arsago – partecipanti alla conferenza dei servizi indetta sulla questione lo scorso 6 settembre. Essi, infatti, hanno espresso perplessità, anche fortemente critiche, sul progetto in oggetto.
Il comitato “No tintoria” ritiene, dunque, che la questione sia stata decisamente banalizzata e sottovalutata dall’amministrazione comunale, dato che il nuovo insediamento industriale comporterebbe un forte impatto negativo su consumo di suolo, paesaggio, acque, qualità dell’aria e rumore, in un’area, per di più, particolarmente pregiata dal punto di vista naturalistico. Essa, infatti, è compresa nel Parco del Ticino e rappresenta uno dei passaggi cruciali del corridoio naturalistico che unisce le Prealpi alla Pianura Padana, indispensabile per la salvaguardia della biodiversità e perciò tutelato, anche tramite lo stanziamento di ingenti fondi pubblici, dalla Comunità Europea, dalla Regione e dalla Provincia tramite il progetto LIFE TIB attualmente in corso.

A preoccupare enormemente i cittadini, inoltre, sono le previsioni dell’Asl, che ha già proposto di classificare l’attività della tintoria come “industria insalubre di classe prima”, la peggiore prevista dalla classificazione normativa. Un parere aggravato dal fatto che la nuova area produttiva finirebbe per lambire il centro abitato. Durante la conferenza dei servizi, i rappresentanti dell’Asl non hanno esitato a prevedere un pesante condizionamento della “vivibilità dell’area residenziale attigua […] con impatto su alcuni aspetti rilevanti la salubrità degli ambienti di vita (possibili effetti di scadimento generale dell’ambiente, di incremento della rumorosità indotta, di inquinamento atmosferico)”.

Il sindaco Leorato ha convocato (attualmente solo a mezzo stampa) un’assemblea pubblica sulla questione per il giorno 6 novembre alle 18: si tratta di un orario improponibile per i cittadini interessati, la maggior parte dei quali impiegati nei rispettivi luoghi di lavoro. Il comitato “No tintoria” chiede, invece, che il consiglio comunale convocato per le 21 dello stesso giorno venga aperto anche i cittadini, così che sia più facile per i vergiatesi interessati confrontarsi con l’amministrazione comunale su una questione tanto delicata.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Ottobre 2012
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