Falsi ciechi e finti invalidi, lavoravano e vivevano normalmente. Denunciati

Scoperte dalla Guardia di Finanza cinque persone che sono state denunciate per truffa aggravata ai danni dello Stato. Dovranno restituire 280mila euro di indennità ricevute

Scoperti cinque falsi invalidi in provincia di Varese. Sono stati denunciati per truffa aggravata ai danni dello Stato e ad effettuare l’indagine sono stati i finanzieri della Compagnia di Gaggiolo, coordinati dalla Procura di Varese. Per i responsabili sono state immediatamente sospese le pensioni ed indennità indebitamente percepite, oltre alla revoca di quelle già ricevute che ammontano a circa 280mila euro.
È il seguito dell’altra indagine sui finti invalidi, i cui primi risultati erano già stati resi noti nelle scorse settimane e diretta dal sostituto procuratore Agostino Abate
 

La falsa cieca col doppio lavoro

La prima truffatrice scoperta dai finanzieri è una persona che risultava sulla carta invalida al 100per cento, in quanto affetta da cecità quasi totale ed impossibilitata ad essere autosufficiente. Nel corso delle indagini i militari hanno scoperto che  conduceva una vita normale ed assolutamente autosufficiente e non era affetta dal grave disturbo certificato: usciva di casa da sola a piedi o in bicicletta non accompagnata e si recava al lavoro con piena autonomia presso un ufficio di Busto Arsizio, ove, con la sua falsa infermità, le era stato assegnato, su richiesta, un posto di lavoro “protetto” in qualità di centralinista. Ed è stato scoperto che la denunciata svolge anche altra attività di rappresentante legale di un centro analisi ove la stessa è socia e dove svolge l’attività di amministrazione ed a contatto con il pubblico. I finanzieri l’hanno filmata mentre sbrigava normali attività allo sportello del centro analisi, mentre scriveva ed indicava ai clienti dove firmare sulle ricette mediche e nel mentre a piedi da sola si recava presso i luoghi,  iperattiva e perfettamente abile anche se percepiva una indennità di accompagnamento di circa 900 euro al mese.
 

Gli altri quattro "immobilizzati e non autosufficienti" 

Altro falso invalido dal 2006 percepiva circa 1.000 al mese di cui circa 500 di accompagnamento in quanto risultava “immobilizzato e non autosufficiente” ma di fatto se ne andava in giro a svolgere le varie incombenze familiari: è stato, tra l’altro, ripreso nei vari momenti di vita quotidiana, da solo, mentre guida l’auto, si recava in lavanderia ed a svolgere altre normali, varie commissioni e perfino a svolgere  lavori di giardinaggio.

Un terzo, inabile al lavoro al 100%, è invece risultato lavorare da tempo presso una società della vicina svizzera con la qualifica di meccanico di precisione e, quindi oltre a percepire dal dicembre 2008 oltre mille e 300 euro di pensione di invalidità, prendeva anche un altro stipendio in Svizzera (circa 2mila 500euro).

Il quarto anch’egli interamente inabile al lavoro al 100%, percependo quindi un  assegno di invalidità totale per 2mila euro circa, è risultato lavorare regolarmente, addirittura come magazziniere, in una ditta di Daverio (VA).

L’ultimo invalido è una signora di Saronno che percepiva indebitamente una indennità di accompagnamento pari a 500 euro mensili, filmata mentre da sola andava in giro per la città nello svolgimento di commissioni.  
 

I risultati dell’indagine fino a oggi 

L’attività svolta dai finanzieri ha consentito di sospendere immediatamente le pensioni ed indennità percepite dai denunciati. Dovranno anche restituire le somme indebitamente già percepite che ammontano a circa 280mila euro e di denunciare le quattro persone per truffa aggravata ai danni dello Stato.

L’indagine, con la collaborazione dell’Inps, è tuttora in corso e sono al vaglio ulteriori posizioni sospette ed il ruolo dei professionisti che hanno attestato le inesistenti infermità;  ad oggi, dall’inizio dell’indagine, sono in tutto 8 i falsi invalidi scoperti e denunciati, oltre ad altre 4 persone a titolo di concorso nella truffa.  

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 09 Febbraio 2013
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