«È qui che ho imparato a raccontare»

Porto Valtravaglia – Un autentico bagno di folla ha accolto il Nobel per la letteratura Dario Fo alla presentazione del suo ultimo libro “Il paese dei Mezaràt”

Dario foStoria, società, politica. E poi strette di mano, abbracci, tanti sorrisi e qualche lacrima. Ha riscosso un successo da stadio l’arrivo del premio Nobel per la letteratura Dario Fo che ha incontrato i cittadini di Porto Valtravaglia per la presentazione del suo ultimo libro, “Il paese dei Mezaràt”. E c’erano proprio loro, quei pipistrelli (“mezaràt” nel dialetto locale) abitanti di Porto Valtravaglia – così chiamati per l’intensa vita notturna del paese negli anni 30 – di cui Fo ha tanto parlato nel suo libro, a rendere omaggio al grande artista. «Ho stretto la mano a molti dei miei compagni di banco con cui studiai alle elementari ed è stato come fare un salto nel tempo – ha detto emozionato Fo. Era tanto che non passavo da queste parti, e noto che molto è cambiato: non ci sono più i palazzi di un tempo che hanno lasciato il posto a costruzioni nuove, e le serrande dei bar ora si abbassano tutte le sere, non come avveniva una volta, quando i fuochi delle fornaci non si spegnevano mai, come le luci del paese». Un’esperienza unica, quella vissuta da Fo a Porto Valtravaglia, paese «unico al mondo, dove i bambini imparavano da piccoli a convivere tra compagni che parlavano una lingua diversa, dove si accettavano le differenze che ciascuno portava non come elementi di divisione, ma di ricchezza. E soprattutto dove ho imparato a raccontare grazie ai fabulatori, ai racconta storie che sul lago rendevano vive le giornate e le notti». Una sorta di crogiolo culturale, che secondo Fo farebbe bene a Bossi e a tanti leghisti. E proprio la politica, costante riferimento nei discorsi e nelle opere del Nobel, ha condito abbondantemente la presentazione del libro. Così, tra i ricordi del taxi speciale, foderato di cuscini, con cui si portavano i matti all’ospedale di Varese – «molti scrittori mi chiedono se queste vicende sono vere, o se a volte mi sono inventato di sana pianta le storie narrate nel libro, ma io rispondo loro che è la sacrosanta verità!» – e quelli del medico che si esprimeva in un inedito”siculo-napoletano” anche mentre cuciva i bambini che quotidianamente si aprivano ferite giocando, Fo non ha dimenticato di parlare anche della società attuale, e, di riflesso, di politica. «Vedo molti giovani che scialacquano la vita, sguazzando nella banalità più assoluta. Alti invece partecipano alla loro vita con dinamismo: sono presenti nella società, interagiscono e non hanno paura di indignarsi. Ecco cosa dico nel libro: non tiriamo a campare ma cerchiamo di rispondere a chi vuol farci passare le lucciole per lanterne, a chi appoggia una guerra, magari per spostare l’attenzione e salvare la faccia da processi imbarazzanti». Un mare di applausi e la firma di tante copie del libro hanno concluso la manifestazione realizzata da comune e Proloco e grazie all’impegno del gruppo politico luinese RedAzione.

Redazione VareseNews
redazione@varesenews.it

Noi della redazione di VareseNews crediamo che una buona informazione contribuisca a migliorare la vita di tutti. Ogni giorno lavoriamo cercando di stimolare curiosità e spirito critico.

Pubblicato il 03 Febbraio 2003
Leggi i commenti

Commenti

L'email è richiesta ma non verrà mostrata ai visitatori. Il contenuto di questo commento esprime il pensiero dell'autore e non rappresenta la linea editoriale di VareseNews.it, che rimane autonoma e indipendente. I messaggi inclusi nei commenti non sono testi giornalistici, ma post inviati dai singoli lettori che possono essere automaticamente pubblicati senza filtro preventivo. I commenti che includano uno o più link a siti esterni verranno rimossi in automatico dal sistema.

Segnala Errore

Vuoi leggere VareseNews senza pubblicità?
Diventa un nostro sostenitore!



Sostienici!


Oppure disabilita l'Adblock per continuare a leggere le nostre notizie.