Un esposto alla Corte dei conti sul nuovo porto Gabella

La minoranza annuncia il provvedimento, “decisioni prese in sordina” dall’amministrazione. Il sindaco: “Il comune si rivarrà nelle sedi opportune a fronte di inadempienze contrattuali”

maccagno porto gabellaPerché quel porto sul lago, inaugurato pochi anni fa, non è finito? Perché lo gestisce solo un privato? E, ancora, perché i posti barca previsti originariamente nel numero di 104 ora sono solo 32? Queste, in estrema sintesi, le domande che in un severo comunicato la minoranza di ‘Maccagno Domani’ ha posto all’attenzione dell’opinine pubblica per la questione del porto turistico della Gabella, frazione a lago del comune che si affaccia sul Verbano, proprio sotto le rocce del Cinzanino.
Il porto venne inaugurato nel giugno 2011 ma, secondo Davide Compagnoni, capogruppo della minoranza, “continua a far discutere, tanto che il nostro gruppo consiliare a causa dei mancati chiarimenti da parte del sindaco Fabio Passera e del mancato completamento delle opere si è visto costretto a segnalare l’intera situazione alla Procura della Corte dei Conti della Lombardia”. Perché l’esposto?
Secondo ‘Maccagno Domani’ “l’intero progetto nel 2005 era stato concepito per creare 104 nuovi posti barca”, ad uso turistico “il tutto ad un costo importante ma ragionevole, viste le potenzialità turistiche e di viabilità di una simile infrastruttura” .
“Purtroppo – continuano dall’opposizione – una ‘strana ed esorbitante perizia di variante’, adottata nel corso di un iter amministrativo assai contraddittorio e verosimilmente viziato da importanti irregolarità, ha portato alla realizzazione di un’opera completamente diversa, dotata, ad oggi, di soli 32 posti barca, tutti assegnati alla società concessionaria privata e ad un costo praticamente raddoppiato rispetto alle previsioni iniziali”.
In sostanza – sostiene la minoranza – , un’opera realizzata solo con soldi pubblici, comunali e regionali, ma di fatto gestita esclusivamente da una società privata “peraltro, la medesima società gestrice (la stessa che, per intenderci, ha realizzato il prospiciente “Lake Resort”) non ha ancora realizzato le opere portuali (c.d. III° lotto) che si era impegnata contrattualmente a costruire a propria cura e spesa, per circa 600.000,00 euro”.
“Del resto – concludono dalla minoranza – non ci risulta che sia stata presentata alcuna fideiussione a garanzia dell’esecuzione delle opere. Non ci siamo neppure posti il problema di comprendere se vi possa essere stata buona ovvero mala fede.
L’evidente “delicatezza” dei molti aspetti caratterizzanti questa vicenda, avrebbe dovuto portare l’attuale maggioranza a comportarsi diversamente nella forma e, non di meno, nella sostanza; invece, come al solito, tutte queste decisioni sono state prese in “sordina”, mettendo poi la cittadinanza di fronte al fatto compiuto, senza neppure informarla a posteriori di come stanno effettivamente le cose”.
Raggiunto al telefono, il destinatario della lettera nonché sindaco di Maccagno Fabio Passera illustra la sua posizione. «In primo luogo, una premessa generale è d’obbligo – spiega il sindaco – sino a prova contraria l’intento dell’amministrazione è quello di fare e operare per il bene della comunità ed un’opera di questo genere senza alcun dubbio segue questo intento. Entrando nel merito, però, occorre fare alcune precisazioni».
E qui Passera spiega: «È vero: il progetto iniziale prevedeva 104 posti barca. Ma è altrettanto vero che a tale progetto non è stato dato seguito. Me lo son trovato sul tavolo una volta diventato sindaco perché attivato dall’amministrazione precedente. Ma così come presentato, non superò la validazione. Quindi i posti barca, una volta completata l’intera struttura saranno meno di 104». Quanti, nello specifico, il sindaco non è in grado di definire con precisione: «Comunque un’ottantina circa – spiega Passera – ma che potranno essere fruiti per intero solo una volta completato da parte del privato l’ultimo lotto dei lavori, il terzo, del valore complessivo di 600 mila euro: si tratta di un muraglione di contenimento che, appunto, avrà anche l’obiettivo di aumentare la capienza».
A chi andranno i rimanenti posti barca? «Saranno di proprietà pubblica – specifica Passera. Su questo voglio essere molto chiaro: la concessione dei posti barca fa parte di un contratto molto complesso e oggetto di gara d’appalto effettuata con bando di evidenza europea. Il privato, come il comune, ha delle incombenze da contratto, che debbono venir rispettate. La gara è stata regolare, e ora le due parti devono dar seguito alle regole pattuite. È chiaro che l’amministrazione, a fronte di un’inadempienza, avrà tutto l’interesse a far valere le proprie ragioni in ogni sede appropriata: questo luogo è e sarà a vantaggio e beneficio della nostra comunità».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Luglio 2013
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