Nuovo carcere, aria di tempesta su Bizzozero

Il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di sospensiva presentata dal Comune di Gazzada Schianno, ma il progetto sembra in una fase di stallo

«Il progetto del carcere a Bizzozero? A dir la verità, non so a che punto sia. Il Comune di Varese ha fatto quello che doveva, vale a dire individuare e segnalare un’area. Il resto non ci compete e stiamo aspettando che il Ministero ci dica come e se dobbiamo muoverci». L’assessore varesino all’Edilizia e all’Impresa Antonio Motta deve andare a ripescare nella memoria quel grandioso progetto che tanto rumore ha sollevato per mesi: un penitenziario, “un Miogni” più moderno e attrezzato, nel parco Sud della città di Varese. L’idea è stata a lungo ostacolata dai cittadini di Bizzozero e dall’Amministrazione di Gazzada Schianno, comune confinante con Varese e che con Varese ha sempre condiviso il parco e la stretta e tortuosa strada che lo affianca e che conduce, con non poche difficoltà, anche alla zona industriale.
Area individuata, bando di concorso per l’assegnazione dell’opera emesso dal Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, che si occupa anche di edilizia penitenziaria, e assegnazione all’unico partecipante in gara: la filiale italiana del colosso bancario olandese Ing Direct, la Ing Lease specializzata in operazioni di leasing.
Poi più nulla, silenzio per settimane e settimane. Colpa della pausa estiva, durante la quale tutti gli uffici, quelli del ministero compresi, si fermano? Può darsi di sì, ma può anche darsi di no.
Qualcosa, nel frattempo è successo. Tanto per cominciare a maggio “l’Espresso”  ha pubblicato un articolo in cui si parlava di un’inchiesta aperta dalla Procura di Roma sulla corruzione negli appalti dei penitenziari. L’inchiesta segue strade più grandi di quelle un po’ defilate di Bizzozero, ma Varese non è del tutto estranea. Nel mirino dei magistrati romani il progettista parmense Giorgio Cravedi, il costruttore romano A. C. e il leghista Giuseppe Magni, in passato consulente del ministro della Giustizia Castelli. Alla prima gara per il leasing carcerario di Varese, del marzo 2004, volevano partecipare, dice l’Espresso, anche Cravedi e A. C. . Un tentativo fallito perché la banca in gara con A. C. , il Monte dei Paschi di Siena, si è ritirata. E in lizza, sia per il carcere di Varese sia per quello di Pordenone, è rimasta solo la Ing Lease.
Come conferma l’amministratore delegato di Ing Lease Italia Claudio Aruta: «E’ vero, alla gara abbiamo partecipato solo noi. Le altre banche probabilmente erano affaccendate in altre questioni più complesse».  Per completare il quadro va detto che la Ing olandese è il primo azionista di Abn Amro, la banca che ha tentato la scalata di Antonveneta.
«Noi siamo tranquilli e stiamo solo aspettando che l’ente appaltante ci comunichi l’esito della gara – dicono alla Ing Lease. Una cosa è certa: sono anni che noi lavoriamo con la pubblica amministrazione nel settore del leasing immobiliare e il nostro lavoro lo sappiamo fare bene e con serietà. La nostra offerta sul carcere di Varese era l’unica, è vero, ma era sotto la base d’asta. Ci stupisce un po’ il silenzio del Ministero ma sappiamo anche che i tempi sono sempre lunghissimi, che devono essere riunite le commissioni e che il Ministero ha a disposizione 360 giorni per scegliere. Siamo ancora nei termini, c’è ancora qualche mese prima che scada l’offerta».
Anche sulla realizzazione del carcere in leasing, la Ing Italia non ha dubbi: era la soluzione migliore e la più veloce.
«In tutta franchezza non capisco perché ci sia stata una levata di scudi sulla decisione di realizzare penitenziari con questa formula. La società, o il gruppo, che partecipa alla gara si presenta direttamente con il fornitore e questo è, senza ombra di dubbio, garanzia di trasparenza e tempestività nella realizzazione dell’opera. Nel caso di Varese, se tutto dovesse andare come prevediamo, nel giro di due anni il carcere verrà realizzato, senza slittamenti o costi lievitati».
Ma si tratta, appunto di previsioni, e, per quanto riguarda l’Ing Lease Italia, di auspici.
Quel che certo, almeno per ora, è che tutto sembra sia in una fase di stallo.
Il Comune di Varese, che ha individuato l’area dove realizzare il carcere e l’ha difesa a denti stretti contrastando le obiezioni di ambientalisti e di chiunque volesse difendere il parco, non ha cantato vittoria alla notizia che il Consiglio di Stato ha respinto la richiesta di sospensiva presenta dal Comune di Gazzada Schianno. Nessuna reazione, da nessun ufficio.
E il vicesindaco di Gazzada Schianno, Alfonso Minonzio, conferma: «Ci aspettavamo la solita esultanza del sindaco di Varese Fumagalli dalle colonne dei giornali locali e invece niente. Del progetto non sappiamo più nulla, così come dei famosi tavoli promessi da Palazzo Estense per parlare di ampliamento di strade o di progetti legati al carcere e che riguardino più strettamente il nostro paese. Che non se ne faccia più nulla?».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 25 Agosto 2005
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