L’Alto Lago dice sì alla fusione, in Valcuvia vincono i No

Il primo risultato arrivato da Veddasca: 119 sì e solo 13 no. Poi il testa a testa a Pino e Maccagno dove i Sì vincono per un voto. Tre comuni per il No e due per il Sì in Valcuvia

Esiti per niente omogenei e qualche sorpresa per il mini-referendum che oggi ha interessato otto paesi della provincia di Varese chiamati ad esprimersi sulla fusione dei piccoli comuni.

I tre i comuni dell’alto Lago Maggiore hanno detto sì al progetto di fusione: in modo nettissimo a Veddasca, e con una parità quasi perfetta a Maccagno e Pino.

Veddasca: SI – Il seggio di Veddasca è stato il primo a concludere le operazioni di voto. Il risultato è stato netto: 119 i Sì (pari al 90% dei voti validi) e solo 13 i No (10%).
"I cittadini hanno votato seguendo le nostre indicazioni – spiega Adolfo Dellea che per vent’anni è stato sindaco di questo paese dalle tante frazioni sparse nella Val Veddasca – Hanno avuto fiducia nella scelta degli amministratori".

Pino Lago Maggiore: SI – Qui si sono vissuti attimi di vera suspance con un testa a testa mozzafiato tra sì e no. "Mancava una sola scheda da aprire ed eravamo perfettamente pari: 55 a 55 – racconta il sindaco Fiorini – L’ultima scheda diceva Sì e ha deciso l’esito del referendum: 56 per i Sì e 55 per i No". Un risultato davvero giocato sul filo di lana. "Sono soddisfatto – dice il sindaco – I cittadini hanno votato numerosi e convinti". 112 i votanti su 280 aventi diritto al voto (di cui però 100 iscritti al registro dei residenti all’estero).

Maccagno: SI – Anche a Maccagno spoglio con batticuore e vittoria per un solo voto ai Sì, che hanno ottenuto  536 voti contro i 535 dei No.
Soddisfatto il sindaco Fabio Passera: "Questo voto è importante anche se in due comuni c’è stata una vittoria dei sì per un solo voto. Siamo soddisfatti comunque di aver visto prevalere le ragioni del sì, e comunque il risultato va letto anche alla luce della netta vittoria dei Sì a Veddasca. Io sono soddisfatto perché comunque non era un tema facile ed era più difficile spiegare le ragioni del Sì che sostenere il No con dei facili slogan. Penso che in molti abbia giocato un po’ la paura per il cambiamento, ma credo che con il tempo i risultati che otterremo sapranno convincere anche chi ha detto No".
Di parere ovviamente contrario il referente del Comitato del No, Davide Compagnoni: "Anche se per un punto hanno vinto i sì in due comuni, per noi è un risultato enorme, se si considera le forze messe in campo da tre amministrazioni organizzate contro la nostra azione volomtaria. E’ chiaro che con due risultati perfettamente equilibrati tutta la questione andrebbe rivista, anche perché non c’è tutta questa fretta. E’ chiaro che un risultato così impone anche una verifica sulle schede".

La Valcuvia ha votato invece in modo molto differenziato. Prevalgono i Sì a Masciago Primo e Grantola, mentre hanno detto No la maggioranza dei votanti di Cassano Valcuvia, Mesenzana e Ferrera. Sommando tutti i voti dei cinque comuni 762 sono stati i No e 509 i Sì.

Masciago Primo: SI – Qui la maggioranza per i Sì è stata netta. Il 71% dei votanti (pari a 69 voti) si è espresso per il Sì, e solo il 28,87% (28 voti) ha detto No. Ha votato il 41% degli aventi diritto. "Siamo contenti che la popolazione si sia informata e abbia capito il messaggio e le ragioni del Sì e quanto questo voto fosse importante", dice il sindaco Vincenzo Maffei.

Cassano Valcuvia: NO – A Cassano la maggioranza dei partecipanti al voto ha invece detto un chiaro No alla fusione; i contrari sono stati il 69% (146 voti) e i Sì si sono fermati al 31% (67 voti). Ha votato solo il 38,9 degli aventi diritto. "Il Comitato del No ha vinto ma ha fallito, portando pochissima gente a votare nonostante una campagna quasi porta a porta. Non c’è stato un clima sereno e credo sia una sconfitta per il nostro paese", dice il sindaco di Cassano, Marco Magrini.

Grantola: SI – Anche a Grantola ha votato solo una parte degli aventi diritto, circa il 36%, con un esito equilibrato. I Sì sono stati il 54%  (188 voti) e i No il 46% (160 voti). "Il dato negativo è la scarsa affluenza alle urne – è il primo commento del sindaco Silvano Ronzani – C’è soddisfazione perchè la maggioranza ha sostenuto il progetto dell’Amministrazione, ma adesso dovremo vedere se e come si riuscirà a portare avanti il progetto alla luce dell’esito nei cinque comuni".

Ferrera di Varese: NO – Un poco più alta qui la partecipazione al voto: il 41% degli iscritti alle liste elettorali si è recato a votare e si è espresso in maggioranza per il No: 64% i contrari alla fusione (155 voti), 35% le schede con il Si (82 voti). Il sindaco Gabriele Morello preferisce evitare un commento a caldo: "Voglio prima valutare l’esito anche degli altri comuni e ragionarci su a mente fredda".

Mesenzana: NO – Ultimo tra i comuni della Valcuvia a completare lo spoglio, il Comune di Mesenzana ha visto una netta maggioranza per il No: qui il 71% dei votanti si è detto contrario all’ipotesi di fusione (275 voti) e solo il 26% (103 voti) ha detto un chiaro Sì.
Bassa però la partecipazione al voto: "Il risultato era abbastanza scontato – dice il sindaco Anna Vonini – La delusione più forte è per la partecipazione scarsa. O la gente non sente questo tema oppure non siamo stati capaci di coinvolgerla su questioni che invece a nostro parere sono molto importanti per la comunità. Rivedremo la questione in Consiglio comunale, anche alla luce di cosa dirà la Regione Lombardia".

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Pubblicato il 01 Dicembre 2013
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